Si intensifica la stretta sulle false Partite IVA avviata con la scorsa Manovra (articolo 1, comma 148, legge n. 197/2022) e potenziata con la Legge di Bilancio 2024 (articolo 1, comma 99, legge 213/2023): la Guardia di Finanza è stata chiamata ad effettuare controlli sul campo per identificare frodi fiscali e procedere con le misure e le sanzioni previste, con nuove azioni di monitoraggio che ora divengono operative.
In particolare, i controlli e la cessazione d’ufficio scattano anche per i soggetti passivi che hanno comunicato la chiusura dell’attività negli ultimi 12 mesi senza fornire chiarimenti.
Il Comando delle Fiamme Gialle ha fornito ai suoi reparti le istruzioni per gestire questi casi, applicando così le novità previste in Manovra 2024.
I nuovi controlli della GdF sulle Partite IVA sospette
Le Fiamme Gialle si concentrano in particolare sul fenomeno delle Partite IVA apri e chiudi, che tendenzialmente nascondono attività inesistenti, quindi frodi.
Bisogna segnalare all’Agenzia delle Entrate le Partite IVA sospette, anche se il titolare ha già comunicato la chiusura dell’attività, adempimento che va effettuato entro 12 mesi dalla cessazione effettiva ma che deve essere motivato.
Le nuove direttive illustrano come procedere in questi casi, applicando cioè la chiusura d’ufficio ed applicando le sanzioni previste, pari a 3mila euro (articolo 1, comma 149, legge n. 197/2022).
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Anche nel caso di chiusura della Partita IVA, in mancanza dei necessari chiarimenti è previsto il divieto di compensazione orizzontale delle imposte con altri tributi o contributi.
A fronte della richiesta di aprire una nuova Partita IVA, il Fisco chiederà poi una fideiussione di 50mila euro.
I dati sulle nuove aperture 2024
Intanto il ministero ha pubblicato i consueti dati su aperture e chiusure. Il 2023 si è chiuso con 492mila nuove Partite IVA, l’1,9% in meno rispetto all’anno precedente. Nel 70% l’operazione è stata effettuata da persone fisiche, il 22,9% da società di capitali e solo il 3,1% da società di persone. Per quasi la metà (il 49%) si tratta di contribuenti che hanno scelto il regime forfettario, dato sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente.
Resta la forte concentrazione al Nord, 48,2%, mentre il 21,1% delle nuove aperture si colloca al Centro e il 30,4% al Sud e Isole.
La suddivisione per settori vede al top il commercio con il 18,2%, seguito dalle attività professionali con il 17,9% ed al terzo posto il settore costruzioni al 10,3%.