In base alle ultime rilevazioni Istat, il 2023 si è chiuso con una riduzione generalizzata del 2,5% per quanto riguarda la produzione industriale. Nonostante un recupero a dicembre con un indice destagionalizzato dell’1,1% rispetto a novembre, il quarto trimestre ha evidenziato una flessione dello 0,5% rispetto ai tre precedenti.
Vediamo i dati in dettaglio, i trend per il 2024 e le stime della Banca d’Italia.
Economia in ristagno
Nello scenario mensile, si è verificato a dicembre un aumento congiunturale evidente per i beni di consumo (+3%) e una crescita più moderata per i beni strumentali (+1,6%) e intermedi (+0,8%). In contrasto, l’energia ha segnato una diminuzione del 2%.
A livello tendenziale si è registrato un calo del 2,1%, con aumenti tendenziali unicamente per i beni strumentali (+0,7%); in calo invece i beni di consumo (-1,3%), i beni intermedi (-3,3%) e l’energia (-4,4%).
Settori in flessione
I settori economici che hanno registrato i maggiori aumenti tendenziali includono la produzione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+6,0%), la produzione di apparecchiature elettriche (+5,5%) e l’industria alimentare, bevande e tabacco (+2,6%).
Le flessioni più consistenti si sono verificate nella produzione di articoli in gomma e materie plastiche (-10,0%), nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-4,5%) e nella produzione di macchinari e attrezzature (-3,3%).
Il parere Istat
L’Istat sottolinea che il 2023 si conclude con una diminuzione del 2,5% della produzione industriale rispetto all’anno precedente. La dinamica tendenziale dell’indice, corretto per gli effetti di calendario, è stata negativa per quasi tutti i mesi del 2023. L’evoluzione annuale, depurata dai fattori stagionali, ha mostrato cali congiunturali in quasi tutti i trimestri, salvo un leggero recupero nel terzo. Solo per i beni strumentali si osserva una crescita nel complesso del 2023.
Anche le vendite al dettaglio di tutto i 2023 registrano un +2,8% dovuto ai soli beni alimentari con flessione dei volumi (-3,7%). A livello congiunturale, tutti i trimestri hanno registrato variazioni negative.
Le previsioni Bankitalia
Secondo le ultime stime della Banca d’Italia, l’inflazione al consumo sarà pari al 6% nella media di quest’anno e sotto al 2% per tutto il prossimo triennio. Secondo il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, si sta dunque avvicinando il momento di un’inversione di tendenza sui tassi.
L’inflazione sta rapidamente diminuendo e i rischi per la stabilità dei prezzi si sono ridimensionati.
Più che l’inflazione preoccupa la crescita: l’attività economica ristagna e la maggioranza dei comparti industriali è in recessione.
Le stime BCE che vedono il PIL crescere dello 0,8% nel 2024 e dell’1,5% nel 2025 potrebbero essere troppo ottimistiche.
Per sostenere i dati-macroeconomici, dunque, il Governo dovrebbe adesso “imprimere un’accelerazione al consolidamento dei conti pubblici” e adottare una “una gestione prudente della finanza pubblica” con “adeguati livelli di avanzo primario”.