Spetta al contribuente provare che le spese effettuate possono essere portate in deduzione e che l’IVA può essere portata in detrazione, anche in presenza di accertamenti da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34029 del 5 dicembre 2023, si è espressa in merito alla questione, specificando le responsabilità in caso di controllo fiscale.
La prova di coerenza economica dei costi deducibili, secondo la Suprema Corte, è dunque a carico del contribuente, tenuto a dimostrare la sussistenza dei requisiti richiesti in caso di deducibilità e detrazione di costi e spese.
Facendo riferimento alla normativa di cui all’articolo 21 del Dpr n. 633/1972 in materia di fatturazione, la Cassazione ha spiegato che le indicazioni fornite:
rispondono ad una oggettiva finalità di trasparenza e di conoscibilità, essendo funzionali a consentire l’esatta e precisa identificazione dell’oggetto della prestazione, da indicarsi specificandosene natura, qualità e quantità, e, di conseguenza, a permettere l’espletamento delle attività di controllo e verifica da parte dell’Amministrazione finanziaria.
In seguito ai controlli effettuati su una società Srl ai fini delle imposte dirette e dell’IVA, nel caso in oggetto, il Fisco aveva rilevato che le fatture riportavano una descrizione generica della prestazione, insufficiente a rispettare i requisiti richiesti per ottenere la deducibilità dei costi sostenuti.