Un fornitore estero sollecita un pagamento relativo a due fatture emesse lo scorso anno e rientranti nel reverse charge: come funziona l’indicazione nel registro IVA e la liquidazione IVA? E l’invio telematico?
Per le fatture con reverse charge IVA di fornitori esteri bisogna emettere autofattura a integrazione del documento contabile ricevuto. Questa operazione va effettuata entro il giorno 15 del mese successivo a quello dell’operazione.
Dunque, lei avrebbe dovuto provvedere a stretto giro, facendo autofattura elettronica per pagare l’IVA in Italia.
La procedura del reverse charge estero è prevista dal Tuir (Testo unico imposte sui redditi), all’articolo 17 del DPR 633/1972, come integrato dalla normativa sulla fatturazione elettronica.
- Il soggetto italiano deve infatti trasmettere via SdI il tipo documento
- con codice TD17 , denominato “integrazione/autofattura per acquisto servizi dall’estero”. Oppure, se il fornitore estero è europeo,
- con codice TD 18 se si tratta di operazioni intra-comunitarie.
- Nel campo C/P va riportato l’identificativo fiscale del fornitore e nel campo C/C i dati di chi trasmette.
=> Registrazione e invio fatture elettroniche: guida rapida
Bisogna infine annotare le fatture nei registri IVA (annotando i dati sia tra le fatture emesse che tra quelle ricevute) e pagare l’imposta sul valore aggiunto direttamente al Fisco.
Anche le tempistiche per la liquidazione dell’imposta di questa particolare tipologia di fattura sono analoghe a quelle previste per le altre: il primo mese successivo oppure il primo trimestre per i soggetti trimestrali.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz