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Rincari RC Auto: ecco dove si spende di più e perchè

di Teresa Barone

4 Gennaio 2024 10:54

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Per il 2024 sono previsti aumenti dei costi delle Polizze RCA, sebbene con alcune differenze su base regionale.

Nel 2024 saranno oltre 765mila gli automobilisti chiamati ad affrontare un aumento del costo della polizza RCA per i loro veicoli, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nel corso dell’anno appena finito.

Dopo il rincaro bollette dovuto alla fine del Mercato Libero, dunque, nel 2024 si prospetta una nuova stangata anche per l’auto, legata anche al nuovo obbligo (scattato il 1° gennaio) di assicurazione anche per i veicoli fermi nelle aree private (cortili, garage, ecc.).

Rincari RC Auto: prezzi medi in aumento

Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio di Facile.it, precisamente, la spesa media per assicurare un veicolo a quattro ruote calcolata a fine dicembre 2023 ammontava a 618,55 euro, il 35% in più rispetto alla fine del 2022. Il costo medio per assicurare un veicolo a quattro ruote in Italia continua dunque a salire: a settembre il confronto annuale si fermava a +27,9% in un anno (per un esborso di 614,39 euro e di 130 euro in più rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente) sebbene con picchi fino al 40%.

Come spiega Andrea Ghizzoni, Managing Director Insurance di Facile.it:

L’inflazione, che nel nostro Paese rimane ancora su livelli elevati, gioca un ruolo chiave sia sul costo di riparazione delle auto sia sul costo medio dei sinistri, fattori che inevitabilmente pesano sull’aumento delle tariffe RC auto.

=> Quali sono i fattori che incidono sul prezzo della RC Auto

Costi RCA: il quadro regionale

Osservando i dati su base regionale, in realtà, non mancano differenze relative al numero di incidenti con colpa dichiarati e all’aumento della spesa assicurativa.

Se in Toscana il 3,02% degli automobilisti vedrà aumentare il premio della polizza RCA, in Liguria e Sardegna i rincari coinvolgeranno rispettivamente il 2,89% e il 2,76% dei guidatori. In fondo alla classifica nazionale si collocano Trentino-Alto Adige (1,57%), Basilicata (1,78%) e Friuli-Venezia Giulia (1,82%).