L’accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF per il 2024 è stata approvato in via definitiva: le aliquote diventano tre, pagando il 23% di tasse fino a 28mila euro di reddito lordo annuo prodotti dal 1° gennaio al 31 dicembre prossimo.
Nel Decreto IRPEF approvato il 28 dicembre, con l’attuazione della riforma, non mancano anche altre novità, sia nell’ambito della riforma fiscale sia nel quadro degli incentivi alle imprese. Vediamo una panoramica delle novità dal 1° gennaio 2024 in materia.
Aliquote IRPEF, come cambiano e quanto si risparmia
Il decreto IRPEF attua l’articolo 5 della legge delega (111/2023), che prevede la «revisione e la graduale riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) attraverso il riordino delle deduzioni, degli scaglioni di reddito, delle aliquote di imposta, delle detrazioni. La principale novità riguarda dunque la riduzione degli scaglioni IRPEF, che per il solo 2024 da quattro passano a tre.
L’accorpamento comporta un risparmio fiscale per tutti i redditi, per la parte corrispondente alle diverse fasce. Per chi supera di poco i 15mila euro, il risparmio è intorno ai 20 euro annui, mentre sale a 260 per chi guadagna 28mila euro, mantenendosi su questo livello anche per i redditi più alti.
Secondo i calcoli dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), oltre la metà dei benefici complessivi dell’IRPEF è destinato ai contribuenti con reddito superiore a 28mila euro, che sono il 25% del totale. Il beneficio medio è di 164 euro.
- Fino a 28 mila euro di reddito lordo annuo l’aliquota sui redditi prodotti nel 2024 si applica in misura pari al 23%: attualmente questa è l’aliquota del primo scaglione fino a 15mila euro di reddito, mentre fra i 15mila e i 28mila euro si applica un’aliquota del 25%; la riforma accorpa le prime due aliquote.
- Fra 28 mila e 50 mila euro di reddito si applica l’aliquota del 35%, invariata rispetto a quella attuale.
- Oltre i 50 mila euro di reddito si applica l’aliquota del 43%.
Franchigia sulle detrazioni
Si introduce un meccanismo redistributivo sulle detrazioni sottraendo 260 euro ai redditi sopra i 50mila euro. La correzione sulle detrazioni consiste nell’introduzione di una franchigia di 260 euro per i redditi superiori a 50mila euro, che controbilancia la riduzione IRPEF.
Ci sono alcune tipologie di spese escluse dalla stretta, come quelle sanitarie.
Rispetto alla versione inizialmente approvata dal Governo, sottoposta all’iter parlamentare di consultazione, è stata eliminata la stretta sulle detrazioni per le erogazioni liberali alle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), alle associazioni di iniziative umanitarie (religiose o laiche) e agli enti del terzo settore.
Sulle altre agevolazioni al 19% si applica il tetto dei 260 euro, così come su erogazioni liberali in favore dei partiti politici, premi di assicurazione per rischio eventi calamitosi.
Ad esempio, un contribuente con reddito sopra i 50mila euro, se matura nel 2024 detrazioni totali pari a 500 euro ne potrà utilizzare solo 240 euro, se ne matura 200 non potrà detrarre niente.
Detrazioni e tax area lavoro dipendente
La detrazione base sul lavoro dipendente sale da 1.880 a 1.955 euro, alzando l’area di esenzione e comportando un vantaggio fiscale per tutti i redditi fino a 15mila euro intorno ai 75 euro annui.
L’innalzamento della no tax area a 8mila 500 euro la equipara a quella per i redditi da pensione.
L’adeguamento delle addizionali IRPEF
Cambiano infine le addizionali regionali e comunali. Le aliquote vanno adeguate in tempo per i conguagli fiscali e la dichiarazione dei redditi 2025.
Le Regioni hanno tempo fino al 15 aprile per modificare le aliquote applicabili per l’anno di imposta 2024, mentre i Comuni entro il termine di approvazione del bilancio di previsione.
Le novità IRPEF per le imprese
Fra le altre novità per le imprese, c’è l’abrogazione del bonus aumenti di capitale (ACE – Aiuto alla Crescita Economica), e la maxi-deduzione per i neoassunti, pari al 120% dell’incremento occupazionale degli assunti a tempo indeterminato, o al 130% per i lavoratori svantaggiati.
Il costo del personale di nuova assunzione con contratto a tempo indeterminato è maggiorato, ai fini della determinazione del reddito, di un importo pari al 20% del costo riferibile all’incremento occupazionale.