Detassazione degli straordinari nel 2009: questo il tema caldo del momento, alla luce della conversione in legge del dl anti-crisi con le sue misure “salva aziende e lavoratori” tradottesi anche in detassazione premi produttività e straordinari fissa al 10%, ma nel secondo caso solo se riconducibili alla prima categoria.
Di certo, i lavoratori cominciano a farsi i conti in tasca e le aziende sono in febbrile preparazione delle nuove buste paga, ricalcolate in base alle numerose novità in materia.
Quel che si cerca di capire è se la detassazione del salario di produttività apporti davvero un contributo significativo, così come la recente riforma contrattuale.
Di fatto, a poche settimane dalla firma dell’accordo quadro sulla riforma dei contratti – siglata il 22 gennaio, grande assente la Cgil – si dibatte ancora aspramente sui risultati raggiunti in termini di incremento dei salari.
Secondo il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, retribuzioni e salari beneficeranno da subito delle novità, anche in termini più consistenti rispetto agli accordi, senza contare il maggior poter contrattuale di cui dovrebbero beneficiare i lavoratori.
Non è d’accordo Susanna Camusso, segretaria confederale della Cgil, che denuncia il fallimento del modello di accordo separato in quanto a obiettivi, (ossia maggiori retribuzioni): «non solo non redistribuisce ma non tutela il potere d’acquisto delle retribuzioni»
Tra i punti deboli della riforma, spicca per esempio la forte perdita del “valore punto” nel sistema di calcolo degli aumenti contrattuali, che si tradurrà in scatti di salario più bassi.
Intanto, nel 2008 le retribuzioni contrattuali orarie hanno segnato in media un +3,5% tendenziale, secondo i dati Istat: a dicembre in busta paga c’è stato un incremento dello 0,3% congiunturale e del 3,8% tendenziale.