Ubuntu non dovrebbe essere considerata semplicemente la distribuzione Linux che ha avuto il maggior riscontro in ambito desktop ma anche una solida soluzione in ambito aziendale, in grado di offrire il suo valido contributo anche nei carichi di lavoro più “mission-critical“, almeno secondo i risultati di un’inchiesta condotta da Canonical e dalla società di analisi RedMonk.
La ricerca aveva come scopo valutare l’adozione di Ubuntu Server Edition all’interno delle aziende; sono state 7000 le realtà lavorative contattate, la maggioranza delle quali di medio-piccole dimensioni e ubicate principalmente in Europa e Nord America.
Dai risultati emerge chiaramente come Ubuntu venga utilizzato primariamente per carichi di lavoro alquanto comuni, come Web, database, gestione file, stampa e server per la gestione della posta. Altri importanti incarichi assegnati in prevalenza a Ubuntu sono la gestione della sicurezza, la gestione dei backup e la funzione di firewall.
È interessante notare come dall’indagine emergano notevoli correlazioni tra i carichi di lavoro precedentemente elencati e ciò che le aziende definiscono come “mission-critical”; in pratica, Ubuntu appare essere perfettamente in grado di gestire anche i lavori che nella maggior parte dei casi vengono etichettati come i più critici.
Nato dalla distribuzione Linux Debian nel 2004, Ubuntu sembra quindi in definitiva maturo anche come sistema operativo aziendale, perdendo la sua etichetta di “semplice” OS desktop.