Il notaio è un pubblico ufficiale nominato dallo Stato, che svolge una funzione di pubblica certificazione. Si tratta quindi di una delle figure chiave nel contesto legale e amministrativo italiano, responsabile dell’autenticazione di atti e documenti, tramite cui garantiscono legalità e validità di transazioni fondamentali come compravendite, testamenti, contratti di matrimonio e molto altro.
Lo stipendio di un notaio riflette la complessità del ruolo e la sua importanza nella tutela degli interessi delle parti coinvolte.
CALCOLO PARCELLA PER PROFESSIONE
Gli importi possono comunque variare notevolmente a seconda della regione, dell’esperienza e della dimensione dello studio in cui lavorano. Gran parte del guadagno dei notai proviene in realtà dalle parcelle, calcolate tramite tariffe stabilite in relazione ai servizi professionali resi.
In generale, i notai in zone più urbanizzate tendono ad avere stipendi più elevati rispetto a quelli nelle aree rurali. Andiamo ad analizzare in dettaglio la professione notaio, concentrandoci su aspetti come percorso di studi, stipendi, onorari e prospettive di carriera.
Ma, quindi, quanto guadagna un notaio?
Quanto guadagna in media un notaio
I notai sono tra le figure professionali che guadagnano di più in Italia. Le stime parlano di uno stipendio medio di 265.000 euro lordi l’anno, pari a 10.790 euro netti al mese. Uno stipendio superiore di 9.240 € (+596%) rispetto alla retribuzione mensile media in Italia (1.550 euro netti al mese).
Il guadagno di un notaio dipende da diversi fattori, tra cui:
- zona geografica in cui opera, che influisce sul numero e sul valore delle operazioni che deve svolgere.
- tipologia di atti che redige, che possono essere più o meno complessi e richiedere più o meno tempo.
- spese di gestione dello studio, che includono il personale, gli affitti, le tasse, le assicurazioni e gli altri oneri.
- concorrenza con gli altri notai, che può determinare una maggiore o minore richiesta di servizi.
=> Stipendi: la classifica italiana delle retribuzioni
Stipendio a inizio carriera
Bisogna tenere conto che lo stipendio di un notaio può cambiare nel corso della carriera, in base all’esperienza, alla reputazione e alla clientela acquisita. Le posizioni di entry level, senza esperienza, possono aspettarsi uno stipendio medio iniziale di €60.000 all’anno.
Stipendio ad attività avviata
Un notaio a metà carriera, già dopo soli 4-9 anni di esperienza, può aspettarsi uno stipendio medio di circa 162.000€, mentre un notaio esperto con 10-20 anni di esperienza guadagna in media 355.000€ l’anno.
Un notaio a fine carriera con più di 20 anni di esperienza si può attendere una retribuzione media complessiva di 400.000€ con picchi che possono arrivare anche a 600mila euro annui di guadagno.
Dove guadagnano di più i notai: la classifica per Regioni
In Italia, il compenso per i notai varia significativamente in base all’esperienza e alla Regione in cui operano. Analizzando la remunerazione per Regione presente su alcuni siti di offerte di lavoro, emergono differenze significative. Ad esempio:
- in Liguria i notai percepiscono uno stipendio medio di €5.833;
- in Veneto lo stipendio medio di un notaio è di € 5.729;
- in Sicilia di € 5.365;
- in Emilia-Romagna di € 5.000;
- in Lombardia lo stipendio medio è di € 4.417;
- in Toscana di € 3.833;
- nel Lazio di € 2.975;
- in Campania il salario medio si attesta a €2.083;
Come vengono pagati i notai
Le parcelle notarili sono regolamentate dalla legge, anche se non esistono più delle tariffe fisse e prestabilite. Infatti, dal 2012, con il decreto Bersani, è stato introdotto il libero mercato dei servizi professionali, che ha permesso ai notai di definire il proprio onorario in base a diversi criteri, come il tipo e il valore dell’atto, il tempo e la complessità della pratica, le spese di gestione dello studio e la concorrenza con gli altri notai.
Tuttavia, la legge prevede anche alcuni principi e limiti che i notai devono rispettare, come la trasparenza, la proporzionalità, la ragionevolezza e la non vessatorietà delle tariffe.
In genere si fa riferimento più a tariffe e onorari che alle parcelle, che vengono stabiliti in base al valore del bene oggetto dell’atto. L’importo da pagare viene calcolato come una percentuale e il coefficiente aumenta all’aumentare del valore del bene oggetto dell’atto. Non è possibile stabilire con certezza i limiti minimi delle tariffe, in quanto vengono aggiornati in base alle fluttuazioni del mercato e all’area geografica di riferimento.
L’onorario del notaio è attualmente libero da accordi, anche se in generale, all’aumentare del valore dell’atto, aumenterà anche l’onorario del professionista, poiché crescono proporzionalmente le sue responsabilità civili, penali, fiscali e disciplinari e i costi per la preparazione e lavorazione pratica (più ricerche, tempi di scrittura, tempi di registrazione, trascrizione e preparazione delle copie, ecc.).
Il 20 maggio 2023 è stata introdotta la Legge 21 aprile 2023, n. 49, che riguarda l’equo compenso delle prestazioni professionali. La legge stabilisce che i notai devono garantire un equo compenso per le loro prestazioni, che tenga conto della qualità, della responsabilità e dell’etica. Tutto ciò fa sì che le parcelle notarili, anche se regolamentate dalla legge, non siano uguali per tutti i notai e possano variare in base al caso specifico.
Quali tasse versano i notai
Quando si effettua un atto da un notaio, le spese notarili comprendono le tasse e le imposte che il professionista riscuote per conto dello Stato (imposte di registro, ipotecarie, catastali, etc.). Dunque, non tutta la somma pagata al notaio rimane poi nelle sue “tasche”, al contrario: tasse e imposte costituiscono la maggior parte dell’importo versato.
Le somme pagate al notaio si suddividono in tre voci principali:
- le tasse dell’atto (ogni rogito impone al privato di pagare delle tasse, più o meno elevate, e il notaio – che è responsabile del pagamento delle tasse – deve incassare queste somme e versarle all’Erario al posto del contribuente);
- l’onorario del professionista;
- l’IVA (attualmente al 22%),
Quindi, l’unico guadagno (al lordo dell’IRPEF e dei contributi previdenziali) del notaio è il suo onorario, poiché l’IVA e le tasse dell’atto (che sono proporzionali al prezzo o ad altri parametri di riferimento) devono essere pagate direttamente allo Stato.
Gli stipendi dei notai all’estero
Contrariamente a quanto credono in molti 89 in tutto il Mondo, tra cui Cina, Giappone, Indonesia, Russia e 22 dei 28 Stati Membri dell’Unione Europea, coprendo il 60% della popolazione mondiale.
Non tutti i notai del mondo hanno però le stesse funzioni. Il ruolo del public notary di tipo anglosassone (in Paesi di common law, come Gran Bretagna e USA, ad esempio) è ben diverso da quello del notaio italiano: è responsabile solo dell’autenticità delle firme. Questo obbliga chi compra e vende una casa a ricorrere alla consulenza di un avvocato per ciascuno e alle spese dell’assicurazione, con costi complessivamente molto più elevati di quelli che si sostengono in Italia, a parità di garanzie.
Dove guadagnano di più e di meno i notai all’estero
Il Paese in cui i notai sembrano guadagnare di più all’estero sembra essere la Germania, con uno stipendio medio annuo di circa 300.000 euro di RAL. Il Paese in cui i notai guadagnano di meno è la Bulgaria, con uno stipendio medio annuo di circa 18.000 euro lordi. Il Paese in cui i notai hanno lo stipendio più vicino a quello italiano è la Francia.
Come diventare notaio in Italia
Contrariamente a quanto qualcuno pensa, la funzione notarile non viene trasmessa ai figli, tanto che in Italia l’82,5% dei notai non è figlio di un notaio. Un altro falso mito è che il numero di notai in Italia sia chiuso: tale numero è programmato invece dal Ministero della Giustizia, sulla base di una serie di indicatori economici e sociali, come avviene in tutti i Paesi in cui è prevista tale figura professionale.
Primo passo: la Laurea in Giurisprudenza
In ogni caso, anche per chi decide di seguire le orme paterne/materne, la carriera di un notaio inizia obbligatoriamente con la Laurea in Giurisprudenza, conseguita presso una università italiana o riconosciuta in Italia.
Secondo passo: la pratica notarile
Dopo la laurea, è necessario svolgere un periodo di pratica notarile, che ha una durata di almeno 18 mesi ed è finalizzato a fornire un’esperienza pratica nei vari aspetti della professione notarile. La pratica può essere anticipata di 6 mesi già nell’ultimo anno di università, previa autorizzazione del Consiglio Notarile competente.
Il tirocinio si svolge presso uno studio notarile, al quale ci si può rivolgere direttamente o tramite il Consiglio Notarile locale. È necessaria l’iscrizione nel registro dei praticanti e ogni bimestre bisogna presentare un certificato del notaio che attesti l’effettivo svolgimento. Per funzionari dell’ordine giudiziario e avvocati in esercizio da almeno un anno è prevista una pratica abbreviata di 8 mesi. La pratica deve essere completata entro 30 mesi dall’iscrizione, altrimenti il periodo di pratica prima della laurea non viene conteggiato.
Terzo passo: il concorso notarile
Dopo aver terminato il periodo di praticantato è necessario richiedere la nomina come notaio tramite partecipazione a un concorso pubblico bandito ogni anno dal Ministero della Giustizia. Si tratta in sostanza di un esame di abilitazione, che è composto da prove scritte e orali e copre diverse materie giuridiche, tra cui diritto civile, diritto commerciale, diritto delle successioni e diritto notarile.
La commissione esaminatrice per l’esame scritto e orale è composta da un magistrato di cassazione come presidente, un magistrato idoneo alla nomina in cassazione come vicepresidente, sette magistrati di appello, sei professori universitari di materie giuridiche e nove notai con almeno dieci anni di esperienza.
Tale concorso è molto selettivo e si può partecipare al massimo cinque volte. I candidati vincitori vengono comunicati mediante decreto del Direttore Generale della Giustizia Civile del Ministero e le graduatorie sono pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. Coloro che sono nominati notai vengono assegnati a una sede in base alla graduatoria, presso la quale il neo notaio è obbligato ad aprire uno studio entro 3 mesi, nel quale saranno obbligatoriamente depositati e conservati gli atti, i registri e i repertori notarili.
=> Concorso per Notaio: requisiti, prove, come prepararsi
Il notaio riceve dal Ministero di Giustizia il sigillo e lo strumento per apporre la firma digitale. Deve quindi depositare la sua firma autografa e l’impronta del sigillo presso il Consiglio Notarile di appartenenza, che lo iscriverà nel proprio ruolo.
Il notaio ha inoltre l’obbligo di iscriversi all’Albo Notarile del distretto in cui svolge la sua attività professionale.
Formazione continua
La formazione continua è un aspetto importante della professione notarile in Italia. I notai devono partecipare a corsi di aggiornamento per rimanere informati sulle nuove leggi e sulle dinamiche del settore.
Prospettive di carriera per un notaio
La professione offre opportunità di crescita professionale e personale. I notai più esperti possono raggiungere posizioni di prestigio e diventare referenti in specifiche aree del diritto notarile. La continua formazione è fondamentale per rimanere aggiornati sulle leggi in evoluzione e sui cambiamenti nel panorama legale.
La professione notaio, pur essendo una delle più antiche e rispettate, non è immune dalle sfide del mondo moderno. Nonostante permanga la necessità di competenze specializzate nella certificazione di atti e documenti, la digitalizzazione e l’automazione di molti processi possono avere un impatto sul tradizionale modo di operare dei notai.
Al giorno d’oggi, quindi, la professione di notaio continua ad offrire una carriera ricca di sfide e responsabilità, sostenuta da stipendi competitivi e parcelle che riflettono la natura cruciale dei servizi offerti. Per coloro che sono appassionati di giurisprudenza e cercano una carriera legale con un forte elemento di servizio pubblico, diventare un notaio può rappresentare un percorso gratificante e stimolante.
Responsabilità dei notai e controlli
I notai sono sottoposti a continui e stringenti controlli da parte dello Stato e trasmettono ogni mese gli atti agli Archivi Notarili. Ogni quattro mesi gli atti notarili sono sottoposti anche al controllo dell’Agenzia delle Entrate e ogni due anni tutti i loro atti sono sottoposti all’ispezione del Ministero della Giustizia.
Il notaio è inoltre responsabile per legge sotto il profilo civile, disciplinare e penale. A fronte di ciò, il Notariato ha stipulato, nel 1999, un’assicurazione che copre tutti i notai per la responsabilità civile in caso di errore. Dal 2006 tale assicurazione è diventata obbligatoria per legge.