Posto che per il biennio 25/26 non cambieranno i requisiti (42 10mesi /41 10mesi) vorrei capire come le recenti diminuzioni delle aspettative di vita certificate dall’Istat negli ultimi due bienni (4 mesi complessivi) saranno compensate nei prossimi aggiornamenti dal 2027 in poi. Questo, per poter valutare meglio un possibile prepensionamento aziendale.
Gli adeguamenti alle aspettative di vita dei requisiti pensione dal 2027 dovranno tener conto dei quattro mesi negativi che si sono accumulati negli ultimi anni.
A legislazione vigente, ci saranno nuovi scatti anagrafici solo quando le speranze di vita saliranno di almeno quattro mesi.
Questa regola è prevista dalla Manovra 2018: il comma 146 della legge 205/2017 prevede infatti che gli adeguamenti non siano effettuati nel caso di diminuzione della speranza di vita relativa al biennio di riferimento, salvo recupero in sede di adeguamento o di adeguamenti successivi.
Quindi, nei prossimi adeguamenti utili si recupereranno le eventuali diminuzioni delle aspettative di vita registrate dall’Istat.
Come lei giustamente rileva, gli ultimi due scatti sono stati pari a zero perché le attese di vita sono hanno registrato trend in negativo (e non è previsto che questo comporti un adeguamento in negativo dell’età pensionabile, che resta quindi ferma). Si tratta di 4 mesi, che andrebbero dunque “scontati” dai prossimi adeguamenti.
In teoria, questo dovrebbe significare che fino a quando non ci sarà un aumento di altri quattro mesi, le aspettative di vita ai fini pensionistici resteranno fermi. Quindi, dal 2027 dovrebbero salire esclusivamente se il prossimo dato certificherà un aumento delle aspettative di vita pari ad almeno cinque mesi.
Il calcolo però potrebbe non essere così lineare, perché – sempre in base alla sopra citata Manovra 2018 – gli adeguamenti pensionistici non possono essere superiori a tre mesi: nel caso in cui superino i tre mesi, si recuperano con gli scatti successivi.
Infine, è da tenere anche presente che il Governo potrebbe intervenire già dal prossimo anno con nuovi interventi di riforma pensioni che modificano tali regole. Così come quest’anno è stato anticipato di due anni lo sblocco degli adeguamenti, nulla vieta che nei prossimi anni si metta mano al meccanismo sopra citato. Le uniche certezze, pertanto, al momento restano quelle relative al 2025.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz