La Commissione Europea non promuove la Legge di Bilancio 2024, formulando una serie di rilievi e invitando il Paese a tenersi pronti ai necessari correttivi. Ma, come sottolinea il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, non è nemmeno una bocciatura, bensì «un invito a politiche di bilancio prudenti».
Non c’è dunque la richiesta di manovra correttiva ma l’Italia non è al riparo da un’eventuale procedura d’infrazione. Le decisioni saranno prese a giugno 2024, sulla base dei dati definitivi di primavera.
Vediamo con precisione gli elementi più critici nell’analisi di Bruxelles sulla manovra italiana.
Manovra italiana sotto osservazione UE
Non è il deficit al 4,3% ad essere nel mirino della UE (Bruxelles rileva che il disavanzo supera il 3% ma è in discesa rispetto al 2023) ma la spesa primaria netta superiore al tasso di crescita raccomandato, pari allo 0,6% del PIL.
Ci sono poi altre osservazioni sulla riforma fiscale, sulle misure che non riescono ad affrontare l’erosione della base imponibile e su quelle (come il taglio del cuneo fiscale e gli incentivi per le assunzioni) non collegate all’obiettivo raccomandato di mitigare l’impatto sociale del caro energia.
I punti critici della Manovra italiana 2024
Il punto su cui l’esecutivo comunitario esprime perplessità maggiori è rappresentato dalla spesa primaria, su cui sarebbero necessari correttivi secondo il parere UE.
La Commissione chiedeva che la spesa restasse sotto l’1,3% del PIL, e l’Italia resta all’interno di questo paletto, ma le stime attuali sono superiori rispetto a quanto previsto al momento della raccomandazione, quindi la crescita di questa voce nel 2024 risulta alla fine superiore al tasso raccomandato dello 0,6%.
Ci sono poi osservazioni su altri capitoli sia della manovra 2024 sia della riforma fiscale, che però sembrano meno stringenti (non determinando direttamente un rischio di sforamento dei parametri).
Alcuni interventi di riforma fiscale, come l’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF, «hanno una portata piuttosto limitata e non affrontano l’erosione della base imponibile», già ridotta lo scorso anno con l’estensione dei regimi fiscali forfettari. Altre misure inserite in Manovra con intento espansivo non vanno incontro all’obiettivo suggerito di contrastare il caro energia: fra queste, la proroga 2024 del taglio del cuneo fiscale, le agevolazioni per le imprese che assumono.
Il parere della Commissione sulle altre economie UE
Diciamo subito che il parere sull’Italia, pur non essendo una promozione, si colloca nel gradino immediatamente inferiore, fra quelli non pienamente in linea con le raccomandazioni di primavera, insieme a Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Olanda, Portogallo e Slovacchia. E’ più critico, invece, il giudizio su Belgio, Finlandia, Francia e Croazia, che invece rischiano di non essere in linea con le raccomandazione UE.
I tre livelli di giudizio
- Paesi in linea: Cipro, Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Slovenia e Lituania. In pratica, le manovre di bilancio di questi stati sono promosse a pieni voti, senza osservazioni particolari.
- Paesi non pienamente in linea: Italia, Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Olanda, Portogallo e Slovacchia. In questi casi, Bruxelles formula osservazioni per stimolare «le misure opportune», sottolinea il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, che chiarisce: non è un invito a «fare manovre correttive».
- Paesi non in linea: Belgio, Finlandia, Francia e Croazia. Qui, sono necessarie modifiche più rilevanti.
Il rischio di procedura d’infrazione
Il fatto che la Manovra 2024 non sia promossa a pieni voti e che ci siano voci di bilancio non in linea con il Patto di Stabilità UE non mette al riparo l’Italia da possibili procedure d’infrazione. Ma, a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, non siamo fra i Paesi che al momento corrono maggiormente questo rischio.
«Non si tratta di una bocciatura – spiega ancora Gentiloni -, ma di un invito a politiche di bilancio prudenti e al pieno uso per gli investimenti e le riforme del PNRR».
Il ministero dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, commenta diplomaticamente: «Accogliamo il giudizio della Commissione. Tutto come previsto, nonostante l’eredità dell’impatto negativo di energia e superbonus andiamo avanti con sano realismo».