Il Sud Italia si caratterizza per la maggiore presenza di pensionati rispetto agli occupati, tanto che – dati alla mano – ammontano a 7.209.000 le pensioni pagate ai cittadini, mentre gli addetti sono 6.115.000.
Questo, secondo quanto evidenziato dalla CGIA di Mestre, rappresenta un dato preoccupante dietro il quale si cela la combinazione di tre fattori specifici: denatalità, invecchiamento della popolazione e lavoro irregolare.
Pensioni e occupazione per Regione
A livello regionale per equilibrio tra pensionati/occupati, in coda troviamo Sicilia, Puglia e Calabria ed sul podio Lombardia, Veneto e Lazio. A livello locale Milano, Roma Brescia sono le province più equilibrate, al contrario di Messina, Napoli e Lecce.
Mezzogiorno a rischio
Nei prossimi 5 anni, quasi il 12% degli italiani lascerà il posto di lavoro per aver raggiunto il limite di età. Tra il 2023 e il 2027, il mercato del lavoro in Italia richiederà circa tre milioni di addetti chiamati a sostituire chi andrà in pensione, mentre saranno sempre meno i giovani destinati a entrare nel mercato del lavoro.
Pensando a una possibile soluzione per invertire il trend, la CGIA ritiene che la strada giusta da percorrere sia quella di allargare la base occupazionale, innanzitutto facendo emergere molti dei lavoratori “invisibili” che svolgono un’attività in nero, circa 3 milioni secondo l’ISTAT.
Può essere utile anche incentivare ulteriormente l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro, anche rafforzando le politiche che incentivano la crescita demografica, ma anche innalzare il livello di istruzione della forza lavoro.