I tassi sui mutui casa salgono ancora: a ottobre la media è stata del 4,37% contro il 4,21% di settembre. Più cari anche i prestiti alle imprese: in media al 5,45% dal 5,35% di settembre.
I dati sono contenuti nel bollettino di novembre dell’ABI e riflettono l’impatto della politica monetaria restrittiva della BCE, con gli aumenti del costo del denaro che si trasmettono all’economia reale.
Mutui casa ancora in rialzo, domina il tasso fisso
Il tasso dei mutui del 4,37% rappresenta una media fra il tasso fisso e il tasso variabile. In un anno, è salito di oltre due punti (era al 2,05% nel giugno 2022). Resta comunque sotto i livelli record di fine 2007, quando era al 5,72%.
Sul totale dei mutui, resta ampiamente prevalente il tasso fisso (il 72,6% contro l’82,7% del mese precedente).
I dati sui mutui si riferiscono a uno scenario di tassi in salita, perché la propagazione sul mercato delle politiche BCE non è immediata. Dunque, il costo di mutui e prestiti ancora non ha incamerato lo stop ai rialzi deciso da Francoforte nell’ultima riunione.
Secondo i dati Bankitalia sull’intero trimestre, i mutui ipotecari sono rimasti stabili al 64,1%. Anche il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile è sostanzialmente invariato e pari al 76,7% (lo stesso livello del trimestre precedente).
Le condizioni di accesso ai mutui casa sono rimaste invariate, mentre quelle per il credito al consumo sono state inasprite.
Prestiti a famiglie e imprese più cari e in calo
In base alle rilevazioni ABI, il tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,70%, mentre a settembre era stato del 4,61%. La salita dei tassi corrisponde a una riduzione del numero di finanziamenti a imprese e famiglie, che sono scesi del 3,6% rispetto a un anno prima.
Si evidenzia comunque una leggera ripresa rispetto al -3,8% di settembre, quando i prestiti alle imprese erano diminuiti del 6,7% e quelli alle famiglie dello 0,9%.
La dinamica dei finanziamenti alle famiglie è risultata in rallentamento rispetto al mese precedente per la componente di prestiti per l’acquisto di abitazioni (+0,5% rispetto a +0,8%) e in lieve aumento per il credito al consumo.
Il calo dei volumi di credito, segnala l’ABI, è coerente con il rallentamento della crescita economica che deprime la domanda di prestiti.
Nell’ultimo trimestre, in particolare, i prestiti alle imprese hanno registrato un ulteriore irrigidimento. L’inasprimento delle condizioni di accesso ai finanziamenti è stata in parte compensata dalla riduzione dei margini applicati dalle banche, in particolare sui prestiti meno rischiosi (in considerazione di una maggiore domanda di mercato).