Se dopo essere andata in pensione come dipendente pubblico vengono modificati gli importi dello stipendio per contratto di lavoro scaduto al momento del pensionamento, o per emolumenti relativi a premi di produttività relativi agli anni in cui prestavo servizio, l’importo dell’assegno pensionistico viene automaticamente modificato o è necessario inoltrare domanda all’INPS?
Grazie al rinnovo dei contratti PA previsto dalla Manovra 2024, coloro che sono andati in pensione quando il contratto era scaduto hanno diritto al ricalcolo dell’assegno previdenziale.
Non è necessario presentare alcuna domanda all’INPS, si tratta di un diritto che viene automaticamente riconosciuto ai dipendenti pubblici.
La procedura di riliquidazione, tuttavia non è immediata, e può richiedere anche anni, perché richiede un passaggio burocratico tra l’amministrazione pubblica di appartenenza e l’INPS. L’ente ex datore di lavoro del pensionato pubblico deve infatti adeguare alla data del rinnovo l’inquadramento economico del dipendente che ha cessato il servizio e poi darne comunicare all’INPS (compresa la pratica Ultimo Miglio Pensione ai fini del TFS), che successivamente ricalcola la pensione e liquida i nuovi importi con gli arretrati a partire dalla decorrenza dell’adeguamento spettante.
L’adeguamento della pensione in base alle regole del nuovo contratto è stato anche oggetto di una sentenza di Cassazione, la n. 29906 del 25 ottobre 2021:
il lavoratore, che sia iscritto ad una associazione sindacale e così abbia dato mandato alla stessa per la stipulazione di un nuovo contratto collettivo, ha diritto all’applicazione delle disposizioni contenute in tale contratto, anche se lo stesso sia stipulato successivamente alla data in cui il suo rapporto di lavoro è terminato, qualora le parti contraenti abbiano espressamente attribuito efficacia retroattiva al nuovo contratto senza alcuna distinzione fra i dipendenti in servizio e quelli non più in servizio alla data di stipulazione.
In base a questa pronuncia, per escludere il diritto all’aumento della pensione i contratti collettivi di lavoro (CCNL) devono esplicitamente prevedere che i rinnovi si applichino retroattivamente solo al personale ancora in servizio.
In mancanza di questa clausola, l’INPS deve ricalcolare la pensione incamerando i contributi dovuti in base all’aumento dei minimi tabellari previsto dal rinnovo.
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Chiedi all'espertoRisposta di Barbara Weisz