Il viceministro all’Economia e alle Finanze, Maurizio Leo, ha delineato le fasi di attuazione della riforma fiscale. Leo ha inoltre anticipato le prossime mosse, con l’obiettivo di presentare un decreto legislativo per ogni prossimo Consiglio dei Ministri.
I primi decreti legislativi rappresentano un un inizio concreto dopo mesi di dibattiti. Vediamo quando saranno presentati e cosa prevedono.
Crono-programma di attuazione della Riforma Fiscale
Dopo l’approvazione della legge delega, il percorso di attuazione della riforma fiscale è entrato in una fase operativa. Il compito di concretizzare la riforma è affidato ai decreti legislativi di attuazione, da approvare entro 24 mesi.
Il ruolo delle Commissioni di esperti
Sono 13 le commissioni di esperti con il compito di lavorare sulla definizione degli schemi legislativi. Questi testi sono sottoposti di volta in volta al comitato di coordinamento generale presieduto dal Viceministro Leo. Un lavoro preparatorio che rappresenta la base per le future tappe del Consiglio dei Ministri.
Il viceministro ha dunque delineato una tabella di marcia in vista dei prossimi CdM, che inizierà con la fiscalità internazionale, l’IRPEF e l’IRES. Seguiranno lo Statuto del Contribuente, gli adempimenti e il concordato preventivo biennale fino alla cooperative compliance.
Non sono invece previsti interventi immediati sulle tax expenditures, dunque niente riordino di deduzioni, detrazioni e crediti d’imposta: il lavoro di revisione è arduo e le stime di extra-gettito per ora troppo esigue.
Fase Uno: revisione IRPEF e fiscalità internazionale
Il processo di attuazione comincia con la revisione dell’IRPEF e dalla fiscalità internazionale, in particolare la global minimum tax e le disposizioni sulla residenza fiscale.
I relativi decreti attuativi sono inseriti nell’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre, il primo di una serie di CdM in cui si darà attuazione alle misure della legge delega di riforma fiscale.
Avvio di riforma degli scaglioni IRPEF
La riforma prevede un accorpamento delle prime due aliquote IRPEF unificate al 23% ed applicate ad primo scaglione che viene esteso a 28.000 euro. Da precisare, tuttavia, che a causa delle scarse risorse economiche ci si dovrà limitare per il momento al solo 2024.
Questa misura è complementare al taglio del cuneo fiscale (contributivo) inserito per il 2024 nella Legge di Bilancio, come proroga a quello attuato da luglio a dicembre 2023.
Maxi-deduzione in vista della mini-IRES
Inoltre, si prevede una riduzione della tassazione sulle imprese (IRES al 15% o maxi-deduzione) per favorire l’assunzione di determinate categorie di lavoratori svantaggiati, come mamme o giovani ed ex RdC. L’intenzione è quella di mantenere il sistema esistente, con un meccanismo agevolativo che riduca la tassazione per favorire l’occupazione tramite assunzioni di donne con figli, ex percettori del Reddito di Cittadinanza e giovani disoccupati.
Il tutto, in attesa di coordinare la norma sulla Mini-IRES contenuta nella Delega fiscale con il disegno di legge sugli incentivi che fa capo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Nuova fiscalità internazionale
La riforma fiscale prevede anche un’attenzione particolare alla fiscalità internazionale, con l’introduzione della global minimum tax. L’obiettivo è di imporre un’imposta minima del 15% alle grandi multinazionali che incassano profitti in Italia.
Nel più vasto quadro della tassazione slegata dalla “sede fisica” del contribuente che produce reddito imponibile, c’è po la revisione della disciplina della residenza fiscale, che ad esempio interessa i lavoratori in smart working all’estero o quelli con distacco transnazionale.
Fase due: dallo Statuto Contribuente alla Compliance
Nella fase due di attuazione della Riforma Fiscale ci sono poi lo Statuto dei Contribuenti, la revisione degli adempimenti tributari, il concordato preventivo biennale per le piccole aziende e la cooperative compliance.
Statuto del Contribuente
In base a quanto previsto dalla delega fiscale, è in arrivo una revisione della disciplina che garantisca la certezza del diritto e del legittimo, il ricorso al contraddittorio (a pena di nullità), la motivazione degli atti impositivi, una maggiore selezione delle istanze di interpello, il diritto di accesso agli atti del procedimento tributario, cause di invalidità degli atti impositivi e della riscossione, maggiore esercizio del potere dell’autotutela, un Garante nazionale del contribuente.
Adempimenti e versamenti
La riforma fiscale prevede di razionalizzare gli obblighi dichiarativi e revisionare i termini degli adempimenti tributari e di versamento.
In questo capitolo dovrebbe rientrare anche la riforma degli acconti, con la mensilizzazione delle tasse per le Partite IVA.
Concordato biennale
Il concordato preventivo biennale tra piccole imprese e Agenzia delle Entrate è un accordo in base al quale i controlli fiscali su PMI e Partite IVA sono sospesi per due anni, in virtù di un monitoraggio anticipato.
Come funziona?
Il Fisco formula la sua proposta di tassazione (che rimane fissa per 24 mesi) usando i dati sull’attività delle imprese stesse e stimandone reddito e base imponibile, ai fini delle imposte sui redditi e IRAP. La proposta viene poi presentata al contribuente nel corso di un contradditorio:
la piccola impresa può aderire alla proposta del Fisco, e se aderisce, tutto quello che guadagna in più nel secondo anno fiscale non viene tassato, è quindi esente da imposizione.
Cooperative Compliance
Si chiuderà on cerchio con il complesso e delicato capitolo dedicato alla cooperative compliance. L’obiettivo è quello di rendere meno burrascoso il rapporto tra Fisco e contribuenti, anche per evitare che non si arrivi mai a monetizzare il potenziale gettito derivante dalla lotta all’evasione fiscale.
Come riuscirci? Prendendo invece di curare. In pratica, puntando di più sugli strumenti in grado di favorire l’adempimento spontaneo.