Il Parlamento approva la NaDEF e lo scostamento di bilancio che serve a finanziare la manovra economica, pur con i voti contrari delle opposizioni. Il provvedimento è è stato approvato oggi, mercoledì 11 ottobre, prima alla Camera e poi in Senato.
E’ un passo avanti nella strada verso la Legge di Bilancio 2024, ormai prossima alla presentazione: il Consiglio dei Ministri è previsto per lunedì 16 ottobre, dopo gli incontri con le parti sociali di venerdì.
Successivamente, la manovra inizierà l’iter parlamentare, per l’approvazione entro la fine dell’anno.
Scostamento per finanziare pensioni e cuneo fiscale
Lo scostamento di bilancio chiesto dal Governo è pari a 3,2 miliardi per il 2023 e a 15,7 miliardi per il 2024. Le risorse che si liberano quest’anno vanno a finanziare l’anticipo del conguaglio pensioni. Dovrebbe essere contenuto nel cedolino di dicembre, con una somma una tantum a titolo di recupero sulla differenza di adeguamento all’inflazione applicata quest’anno.
I 15,7 miliardi a valore sul 2024, invece, servono per la manovra vera e propria. E il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione parlamentare sulla NaDEF ha precisato che serviranno per prorogare il taglio del cuneo fiscale. già applicato da luglio ed esteso a tutto il prossimo anno: la riduzione della quota contributiva a carico dei lavoratori con redditi fino a 35mila euro è pari al 6%, sale al 7% fra i 25mila e i 35mila euro.
Stime economiche per l’Italia
Le stime del FMI (Fondo Monetario Internazionale), tutto sommato in linea con quelle dell’Esecutivo, non scoraggiano dunque l’esecutivo Meloni alle prese con la prima manovra economica.
Nè lo fanno quelle del nuovo report sull’economia italiana di Fitch, una delle tre big del rating, secondo cui i conti pubblici della NaDEF italiana rappresentano «un significativo allentamento della politica fiscale rispetto agli obiettivi precedenti». Le nuove stime vedono un deficit al 5,2% del PIL nel 2023 e al 4,2% nel 2024, sempre in linea con i nuovi obiettivi del Governo, ripsettivamente al 5,3 e al 4,3% del pil.
Fitch vede poi il debito al 140,3%, con un calo inferiore a quello previsto invece nelle precedenti previsioni. L’Agenzia esprime positività sull’ampio sostegno parlamentare su cui può contare il Governo, considerato più stabile rispetto a molte amministrazioni precedenti, ma sottolinea la difficoltà della sfida di procedere con il consolidamento dei conti pubblici, per di più in un contesto di crescita dei costi per finanziare il debito e di nuove tensioni sul deficit determinate anche dall’impatto della contabilizzazione del Superbonus.