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Mutui: si accorcia la distanza tra tasso variabile e fisso

di Teresa Barone

9 Ottobre 2023 14:07

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Con l'avvicinarsi del picco per l’aumento dei tassi BCE, il mutuo variabile accorcia le distanze con la passata convenienza: valutazioni sul lungo periodo.

Il mutuo a tasso variabile potrebbe nel tempo riconquistare la convenienza del passato, alla fine di un lungo periodo caratterizzato da rate dei mutui in costante rialzo. L’ipotesi si fa strada pensando a una futura decisione della BCE di bloccare i rincari del tasso di interesse, che potrebbe arrivare nel corso del 2024.

Per il momento, tuttavia, non si escludono ulteriori strette, come ha recentemente affermato Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della BCE.

Dietro i continui aumenti dei tassi d’interesse sui mutui si cela ovviamente la morsa dell’inflazione, che oltre a impattare sui risparmi delle famiglie costringe diversi proprietari di immobili che hanno concordato un mutuo con tasso variabile a richiedere una rinegoziazione del contratto.

Se da un lato è vero che negli ultimi tre mesi la maggior parte dei mutui richiesti ed erogati è stata a tasso fisso, dall’altro lato se i tassi d’interesse dovessero finalmente assestarsi e perfino calare anche il tasso variabile diventerebbe un’opzione allettante.

Secondo alcuni esperti finanziari, nel frattempo, nell’immediato futuro si assisterà solo a un lieve rialzo dei tassi dei tassi di interesse e, in questo caso, accendere un mutuo un tasso variabile potrebbe tornare ad essere conveniente.

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Un dato che fa ben sperare è che il valore dell’Euribor (l’indice su cui si calcola la rata dei mutui varabili) non sta aumentando con la stessa identica proporzione del tasso BCE, così come avveniva sistematicamente con i primi rialzi dei tassi nei mesi scorsi.