I concorsi programmati dall’INPS per assumere diplomati e altro personale da assegnare alla gestione dell’Assegno Unico, potrebbero non concretizzarsi nel corso del 2023, slittati con tutta probabilità al 2024 e con differenti criteri di reclutamento.
Con la pubblicazione della Relazione Programmatica 2024-2026, infatti, l’Istituto traccia un bilancio aggiornato delle risorse umane reclutate in precedenza, focalizzando l’attenzione sui dati territoriali, dai quali emergono fabbisogni disomogenei.
Il flusso delle immissioni in servizio è infatti inferiore a quello delle uscite ma in modo più evidente nelle sedi del Nord Italia. Per il futuro, quindi, sarà necessario:
rimodulare le modalità di reclutamento, rendendole tanto più rapide quanto differenziate a seconda delle figure e delle risorse effettivamente necessarie, tenendo conto anche delle attuali differenti situazioni territoriali.
Facendo riferimento alle selezioni di personale in Area C e B, rispettivamente inerenti alla gestione dell’Assegno Unico e riservate ai candidati diplomati, l’Istituto di previdenza sottolinea pertanto la necessità di intervenire sulla forza lavoro attuale, che vede una netta prevalenza dell’Area C. Come? Agendo su due fronti:
Sia procedendo all’attivazione della quarta area prevista dal nuovo CCNL, denominata delle “elevate professionalità”, sia ampliando la cosiddetta Area B, in relazione alla quale si stima un fabbisogno di 3.600 unità lavorative, rispetto ai circa 3.200 attuali.