Il disegno di legge sugli incentivi alle imprese, dopo aver terminato il suo iter parlamentare, è stato approvato senza ulteriori modifiche alle Camere, dando il libera alla razionalizzazione delle attuali 2mila agevolazioni (229 nazionali e 1.757 regionali) e alla stesura di un Codice unico, un testo normativo unificato che armonizzi la disciplina generale in materia.
Fra le novità ci sono anche l’equiparazione dei professionisti per l’accesso alle agevolazioni, l’adeguamento dei criteri di assegnazione in base alle dimensioni aziendali, il coinvolgimento delle associazioni imprenditoriali e di categoria per diffondere la conoscenza di tutte le opportunità, la valorizzazione del lavoro giovanile fra gli elementi di premialità.
Si tratta comunque di una legge delega, per cui dopo l’approvazione alla Camera il Governo avrà 24 mesi di tempo per i decreti legislativi attuativi.
Ddl incentivi imprese, i criteri generali
Il ddl si propone fondamentalmente di sistematizzare e rendere organico il quadro degli incentivi alle imprese, oggi troppo numerosi e frammentati. Fissa principi generali a cui devono uniformarsi le politiche di incentivazione, prevede un’opera di razionalizzazione, introduce un Codice degli incentivi definendone principi e criteri direttivi, stimola la digitalizzazione, ad esempio con l’implementazione della piattaforma telemativa incentivi.gov.
Equiparazione tra professionisti e imprese
Il passaggio in commissione Industria al Senato ha introdotto una serie di novità. Fra le più rilevanti, la possibilità per i professionisti di accedere agli incentivi di norma riservati alle sole imprese. E’ inserita nell’articolo 2, che fissa i criteri generali a cui il Governo dovrà uniformarsi nell’esercizio della delega.
Si introduce infatti «il principio secondo cui la qualificazione di professionista non osta alla possibilità di usufruire di specifiche misure incentivanti ove ne ricorrano i presupposti e ove previsto».
Razionalizzazione degli incentivi
Nell‘articolo 4, dedicato alla razionalizzazione dell’offerta degli incentivi, è prevista la ricognizione e riordino delle misure di incentivazione esistenti, sulla base di criteri che tengano conto degli ambiti o delle finalità delle stesse.
Ad esempio il sostegno agli investimenti, alla ricerca e allo sviluppo, alla formazione e all’innovazione, nonché la facilitazione nell’accesso al credito da parte delle imprese, il rafforzamento patrimoniale delle stesse o altri ambiti e finalità del sostegno, in rapporto a una serie di fattori.
Proporzionalità degli aiuti
Fra questi, insieme all’attenzione alle diverse fasi del ciclo di vita delle imprese, viene aggiunta la necessità di valutare anche le dimensioni di impresa con riferimento alla definizione dell’Unione europea di piccola e media impresa, di piccole imprese a media capitalizzazione e di imprese a media capitalizzazione.
Stop ai click day
Sempre in materia di razionalizzaizone, viene prevista l’implementazione di soluzioni tecniche, finanziarie e procedurali che riducano il rischio di assegnazione delle risorse disponibili in un lasso di tempo estremamente ridotto e, in tali casi, sulla base del solo ordine cronologico di presentazione dell’istanza».
E’ una misura che mira ad evitare procedure basate su click day, o che comunque non diano adeguata possibilità di partecipazione alle imprese.
Più incentivi al lavoro giovanile
Per quanto riguarda la formulazione di un Codice degli incentivi, fra i criteri direttivi è stata inserita la valorizzazione del lavoro giovanile fra gli elementi che favoriscono misure di premialità. La precedente formulazione inseriva solo il lavoro femminile e il sostegno alla natalità.
Un emendamento approvato ha infine inserito la necessità di coinvolgere le associazioni di categoria comparativamente più rappresentative a livello nazionale, al fine di promuovere azioni di informazione sull’offerta di incentivi e di accompagnamento all’accesso degli stessi da parte del numero più ampio possibile di imprese.