L’acceso confronto politico sul salario minimo delle ultime settimane ha finora prodotto due conseguenze: una petizione a sostegno della proposta di legge delle opposizioni e il coinvolgimento del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) per trovare una soluzione di sintesi fra le diverse posizioni. Che, al momento, sembrano restare distanti.
Salario Minimo: il punto della situazione
Come noto, prima dell’estate le opposizioni si sono rese firmatarie di una proposta di legge (Atto Camera n. 1275) che punta a introdurre un salario minimo a 9 euro all’ora (questa soglia dovrebbe rappresentare la base minima per tutti i contratti di lavoro).
Le forze di maggioranza sono però rimaste contrarie all’ipotesi di un salario minimo per legge, preferendo affidare la materia alla contrattazione collettiva. E, pur aprendo al un teorico dialogo, nella pratica il Governo afferma di essere ancora orientato a trovare soluzioni alternative (valutabili anche come misure da inserire nella Legge di Bilancio 2024).
In generale, le forze di maggioranza sembrano preferire soluzioni come quelle fino a oggi percorse (decontribuzione, potenziamento del welfare aziendale, detassazione della 13esima).
Le proposte CNEL in Manovra 2024
Il vertice dell’11 agosto a Palazzo Chigi non è al momento riuscito a elaborare una sintesi, pur a partire dalla comune volontà di contrastare il lavoro povero. Ci sono ancora troppe divergenze, come ha sottolineato al termine dell’incontro la premier Giorgia Meloni. La quadra manca ancora sull’individuazione di «quali siano gli strumenti per rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie, per rafforzare i salari».
L’orizzonte temporale per arrivare a una soluzione potrebbe dunque essere la prossima Manovra. «Ho proposto un confronto molto più ampio che coinvolga anche chi è costituzionalmente più attrezzato a fare questo lavoro, che è il CNEL, per terminare prima dell’avvio della Legge di Bilancio».
Il confronto con il CNEL, in base alle tempistiche previste dal Governo, deve concludersi entro metà ottobre. Viene espressa anche la volontà di coinvolgere le parti sociali, per arrivare alla Manovra con una proposta condivisa.
La petizione per la Legge sul Salario Minimo
Nell’attesa delle proposte CNEL, le opposizioni (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, +Europa) hanno lanciato una raccolta di firma a sostegno della proposta di legge sul salario minimo a 9 euro all’ora (escludendo 13esima, 14esima e TFR).
I punti fondamentali della proposta di legge, si legge sul sito dedicati alla petizione (salariominimosubito), «rafforza la contrattazione collettiva, facendo valere per tutte le lavoratrici e i lavoratori di un settore la retribuzione complessiva prevista dal contratto collettivo firmato dalle associazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative».
=> Incostituzionalità del lavoro mal retribuito
In Europa c’è una legge sul salario minimo che prevede due strade percorribili: la fissazione di un minimo di legge o la sua garanzia tramite Contrattazione. Quest’ultima possibilità deve prevedere una contrattazione in grado di coprire l’80% del mercato del lavoro.
L’Italia è abbondantemente al di sopra di questa percentuale, quindi non è obbligata dal direttiva europea ad approvare una legge sul salario minimo. Di contro, i contratti lasciano comunque scoperti milioni di lavoratori.