Tratto dallo speciale:

Pensione Vigili del Fuoco verso il riconoscimento degli scatti

di Noemi Ricci

Pubblicato 25 Agosto 2023
Aggiornato 27 Agosto 2023 03:01

Guida al calcolo della pensione dei Vigili del Fuoco 2023: requisiti, calcoli, novità r analisi delle regole pensionistiche per le forze armate.

Il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco è un’organizzazione civile che dipende dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile del Ministero dell’Interno e fa parte del servizio nazionale di Protezione Civile.

La pensione del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco segue in parte regole differenti rispetto ai civili. L’Ente previdenziale di riferimento è l’INPS, ma per queste categorie di lavoratori vengono stabiliti requisiti e parametri specifici per il calcolo dell’assegno previdenziale.

=> Calcola la pensione online

Nel 2023, sono state definite regole ad hoc per le pensioni dei Vigili del Fuoco: dai requisiti ai calcoli, vediamo dunque come le novità di legge ne influenzano il percorso pensionistico.

Calcolo decorrenza pensione Vigili del Fuoco

Come chiarito dall’INPS con la circolare del 18 febbraio 2022, per il biennio 2023/2024 i requisiti anagrafici e contributivi, anche qualora l’accesso al pensionamento avvenga a prescindere dall’età, rimarranno i medesimi del 2022 e non verranno ulteriormente incrementati.

Questo vale per tutto il personale appartenente al comparto difesa, sicurezza e Vigili del Fuoco, ossia del personale delle Forze Armate, dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo della Guardia di finanza, del personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato e Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

=> Calcolo pensione per Guardia di Finanza e Carabinieri

Calcolo pensione di vecchiaia Vigili del Fuoco

Per i Vigili del Fuoco, i requisiti per accedere alla pensione nel biennio 2023-2024 sono definiti in base all’età e all’anzianità contributiva. I requisiti anagrafici per i Vigili del Fuoco variano a seconda del ruolo che ricoprono. Ecco le età di pensionamento per i vari ruoli:

  1. i Vigili del Fuoco che ricoprono i ruoli di agenti, ispettori, sovrintendenti, primo dirigente, vicequestore aggiunto e commissario possono accedere alla pensione di vecchiaia a partire dai 61 anni di età, con almeno 20 anni di contributi versati. Questo vale per le seguenti posizioni all’interno dei Vigili del Fuoco: vigile e caporeparto;
  2. i dirigenti superiori possono andare in pensione a 64 anni;
  3. i dirigenti generali possono andare in pensione al compimento dei 66 anni di età.

Calcolo pensione anticipata Vigili del Fuoco

Come per le altre professioni delle forze di polizia, anche i Vigili del Fuoco hanno diritto a una pensione anticipata. Ciò significa che possono andare in pensione prima di raggiungere l’età di pensionamento standard.

A partire dal 1° gennaio 2023, per coloro che raggiungono l’età pensionabile prevista per la loro qualifica o grado di appartenenza ma non hanno ancora maturato i requisiti per la pensione di anzianità, il requisito anagrafico non sarà più aumentato rispetto a quello previsto per il biennio 2021/2022. Restano tuttavia in vigore le regole di decorrenza introdotte dall’articolo 12, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010 (conosciuto come finestra mobile), così come le indicazioni fornite dal messaggio n. 545 del 10 gennaio 2013.

Per quanto riguarda l’accesso alla pensione di anzianità a partire dal 1° gennaio 2023, resta in vigore il regime di decorrenza previsto dall’articolo 12, comma 2, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010. L’accesso alla pensione di anzianità richiede uno dei seguenti requisiti:

  1. un’anzianità contributiva di almeno 41 anni, indipendentemente dall’età;
  2. l’anzianità contributiva massima corrispondente all’aliquota dell’80%, a condizione che sia stata raggiunta entro il 31 dicembre 2011 e con un’età anagrafica di almeno 54 anni;
  3. un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’età anagrafica di almeno 58 anni.

Nel caso in cui si acceda alla pensione con il requisito del punto 1), continuano ad applicarsi le disposizioni dell’articolo 18, comma 22-ter, del decreto-legge n. 98 del 6 luglio 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 15 luglio 2011, che prevede un ulteriore posticipo di tre mesi rispetto ai dodici mesi della finestra mobile.

Differenze tra pensione di Polizia e Vigili del Fuoco

La pensione per il personale delle Forze di Polizia, inclusi i Vigili del Fuoco, arriva con qualche mese di ritardo rispetto ad altre Forze dell’Ordine come la Guardia di Finanza. Ciò è dovuto alla finestra mobile di 12 mesi per le Forze di Polizia. Quindi, le tempistiche per ricevere la pensione sono più lunghe a causa di questa finestra mobile.

=> Calcolo pensione per il personale di Polizia di Stato e Penitenziaria

Come si calcola la pensione dei Vigili del Fuoco

Il calcolo della pensione per i Vigili del Fuoco tiene conto sia dell’età che dell’anzianità contributiva. In generale, maggiore è l’anzianità contributiva, maggiore sarà l’importo della pensione.

La circolare INPS 14 giugno 2022, n. 68, ha fornito nuove istruzioni riguardanti il calcolo della quota retributiva delle pensioni liquidate ai sensi dell’articolo 1, comma 12, della legge 335/1995 per il personale operativo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e del disciolto Corpo Forestale dello Stato, in relazione all’articolo 54 del d.p.r. 1092/1973.

In precedenza, le circolari INPS 14 luglio 2021, n. 107 e 29 dicembre 2021, n. 199, avevano già illustrato i criteri di calcolo della quota retributiva delle pensioni per il personale del comparto difesa e alcune figure a esso equiparate.

Tuttavia, a seguito delle sentenze della Corte dei Conti, è stato precisato che per coloro che sono cessati dal servizio con oltre 20 anni di anzianità utile ai fini previdenziali e con un’anzianità al 31 dicembre 1995 inferiore a 18 anni, la quota di pensione retributiva deve essere calcolata con l’aliquota di rendimento del 2,44% per il numero degli anni di anzianità contributiva maturati fino a quella data.

La disciplina pensionistica prevista per il personale militare, all’articolo 61 del d.p.r. 1092/1973, estende l’applicabilità della normativa al personale operativo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e del disciolto Corpo Forestale dello Stato, con il conseguente riconoscimento dell’aliquota di rendimento annua del 2,44% anche per i soggetti appartenenti a questi comparti con un’anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995.

Inoltre, la circolare fornisce indicazioni per la gestione del contenzioso giurisdizionale e dei ricorsi amministrativi.

=> Pagamenti Pensioni INPS settembre 2023: date, importi e rimborsi

Calcolo pensione Vigili del Fuoco: novità per il 2023

Per il 2023, tra le novità per il calcolo delle pensioni per le forze armate, tra cui i Vigili del Fuoco, è stata introdotta la revisione dei coefficienti di trasformazione: i coefficienti di trasformazione dei montanti contributivi per il calcolo delle pensioni sono stati rivisti in positivo per chi andrà in pensione nel biennio 2023-2024. Ciò significa che gli assegni pensionistici saranno più alti rispetto a quelli calcolati fino al 2022.

Età di uscita Valori 2021-2022 Valori 2023-2024
57 4,186% 4,270% (+0,024%)
58 4,289% 4,378% (+0,089%)
59 4,399% 4,493% (+0,094%)
60 4,515% 4,615% (+0,100%)
61 4,639% 4,744% (+0,105%)
62 4,770% 4,882% (+0,112%)
63 4,910% 5,028% (+0,118%)
64 5,060% 5,184% (+0,124%)
65 5,220% 5,352% (+0,132%)
66 5,391% 5,531% (+0,140%)
67 5,575% 5,723% (+0,148%)
68 5,772% 5,931% (+0,159%)
69 5,985% 6,154% (+0,169%)
70 6,215% 6,395% (+0,180%)
71 6,466% 6,655% (+0,189%)

I Vigili del Fuoco possono andare in pensione con Quota 103?

No, questa misura non è accessibile al personale delle forze armate, inclusi i Vigili del Fuoco. Per completezza ricordiamo che Quota 103 è la misura che consente l’uscita dalla forza lavoro per coloro che sono nati entro il 31 dicembre 1961 e maturano almeno 41 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023, con il ricalcolo della pensione con il metodo contributivo.

Esempio di calcolo della pensione dei Vigili del Fuoco

Supponiamo che un Vigile del Fuoco abbia 61 anni di età e 25 anni di contributi. In base ai requisiti sopra menzionati, potrebbe andare in pensione in quanto ha raggiunto l’età minima richiesta e ha superato il requisito di contributi minimi.

Tuttavia, per ottenere l’importo esatto dell’assegno pensionistico, è necessario considerare i coefficienti di trasformazione e altri fattori specifici del sistema pensionistico in vigore. Questi fattori potrebbero influenzare l’importo finale dell’assegno.

Pensione integrativa per Vigili del Fuoco

La Pensione Integrativa per i Vigili del Fuoco è offerta attraverso il Fondo Pre.Si.Di.. Questo fondo pensione chiuso è stato istituito per settori come Previdenza, Sicurezza e Difesa, compreso il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco. Il Fondo Pre.Si.Di. mira a offrire una protezione previdenziale ai membri di questi settori.

Funzionamento del Fondo Pre.Si.Di.

  • Si tratta di un fondo pensione chiuso.
  • Gli aderenti versano l’1% della loro contribuzione mensile al fondo.
  • Questo incrementa l’importo dell’assegno pensionistico e fornisce forme previdenziali complementari sia per l’aderente che per la famiglia.
  • Ad esempio, un vigile del fuoco con una retribuzione mensile di 1.500 euro verserebbe 15 euro al mese nel Fondo.
  • Dopo 20 anni di permanenza nel Fondo, l’importo versato sarebbe di circa 3.600 euro.

Gestione e Finanziamento

  • Le contribuzioni sono gestite da società di investimento competenti.
  • La quota a carico del datore di lavoro è stabilita dalle organizzazioni rappresentative del personale, solitamente intorno all’1% dello stipendio.

Critiche al Fondo Pre.Si.Di.

Il Fondo Pre.Si.Di. rappresenta un’opzione di pensione integrativa per i Vigili del Fuoco e a causa del calo degli importi degli assegni pensionistici, il Fondo è considerato necessario per coprire il deficit e garantire una pensione adeguata. Tuttavia, il Coordinamento Nazionale USB dei Vigili del Fuoco ha espresso preoccupazioni sulla pensione complementare, sostenendo che una parte significativa dei capitali affidati dagli aderenti sia andata persa.

Le critiche includono la scelta irreversibile dell’adesione al fondo, il rischio di fallimento del fondo, e l’assenza di rendimenti significativi. Inoltre, il Fondo consente il ritiro di soli il 50% della rendita accumulata alla scadenza, lasciando la restante parte nel fondo, a differenza di alcune polizze vita che consentono il ritiro dell’intero capitale.

Pensione Vigili del Fuoco: il nodo scatti in tempo reale

L’ANPPE Vigili del Fuoco ha presentato un ricorso per ottenere il riconoscimento dei sei scatti in tempo reale per il personale in servizio. Questo riguarda il calcolo del Trattamento di Fine Servizio (TFS) che include tali scatti stipendiali.

Trentuno Vigili del Fuoco hanno presentato il ricorso presso il Tar del Lazio contro l’operato della Pubblica Amministrazione che ha negato l’inclusione dei sei scatti stipendiali in tempo reale nel calcolo del TFS per il personale in servizio.

L’ANPPE, attraverso il suo presidente Fernando Cordella, ha comunicato che il ricorso è stato presentato dopo un giudizio nel febbraio 2022 e un ricorso gerarchico inviato al Ministero dell’Interno e all’INPS a luglio 2022. Trentuno Vigili del Fuoco hanno depositato il ricorso il 12 settembre 2022.

Il ricorso riguarda il riconoscimento dei sei scatti in tempo reale, aspetto che l’Amministrazione non ha considerato nel calcolo del TFS.

L’avvocato Angelo Vittorio Giunta, responsabile legale del CTS del sindacato Vigili del Fuoco, ha presentato il ricorso e ha sottolineato che la norma di legge del 30 dicembre 2021 è considerata costituzionalmente illegittima in quanto non garantirebbe l’erogazione immediata dei sei scatti stipendiali come indicato nell’articolo 6-bis del D.L. n.387 del 1987, che riguarda solo il Personale della Polizia di Stato.

Il ricorso sostiene che la negazione del riconoscimento dei sei scatti in tempo reale lederebbe i diritti dei ricorrenti che si trovano in stato di quiescenza, cioè i diritti soggettivi e gli interessi legittimi pretensivi.

Nel ricorso si evidenzia anche una disparità di trattamento tra coloro che sono in servizio e non riceveranno i sei scatti stipendiali al momento della quiescenza, rispetto a coloro che andranno in quiescenza dal 2028 in poi e riceveranno immediatamente i sei scatti stipendiali.

Il ricorso chiede il riconoscimento dei sei scatti stipendiali in tempo reale, con applicazione retroattiva di cinque anni e il pagamento degli arretrati e degli interessi.

L’ANPPE si impegna a presentare il ricorso in tutti i TAR Regionali affinché sia riconosciuto il diritto ai sei scatti stipendiali in tempo reale, secondo quanto stabilito dall’articolo 1, comma 98 della legge del 30 dicembre 2021.