AIRC: l’evoluzione delle minacce Web

di Tullio Matteo Fanti

21 Gennaio 2009 16:50

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Il rapporto annuale dal centro di ricerca AIRCR prende in esame le principali minacce Web riscontrate nel corso del 2008 e lancia uno sguardo sulla loro probabile evoluzione nel 2009

L’ “Aladdin Annual Threat Report” sintetizza in un unico documento le ricerche compiute dal centro di ricerca Aladdin Attack Intelligence Center (AIRC) in merito alle principali minacce Web riscontrate nel 2008, senza tralasciare alcune previsioni sul loro probabile sviluppo nel corso del 2009.

Sono tre le principali previsioni per il 2009: un aumento vertiginoso del business legato al cybercrimine, una evoluzione dei browser destinati a divenire con il tempo dei veri e propri sistemi operativi completi e un aumento considerevole dei furti di identità sul Web.

La stagnante crisi che ha avvolto l’intera economia mondiale, unita ad un mercato del lavoro sempre più difficile, renderà il cybercrimine sempre più appetibile, offrendo guadagni lusinghieri e regolari, nonchè la possibilità di “lavorare” comodamente da casa.

Se nel 2008 il crimine elettronico è divenuto un vero e proprio modello di business, nel 2009 si assisterà ad una espansione delle classi coinvolte in tale operazione, andando ad includere, oltre ai tipici tecnici informatici, anche il management disoccupato e i professionisti dell’industria finanziaria.

Grazie alla maturazione del Web 2.0, si assisterà ad un sostanziale cambiamento nell’esperienza online. I browser non saranno dei semplici strumenti per navigare su Internet ma si evolveranno fino a divenire dei veri sistemi operativi.

Google Chrome rappresenta già una giusta combinazione di tecnologie ottimizzate per il Web 2.0, mentre grazie alle tecnologie messe a disposizione da Google Gears, sarà possibile assistere alla nascita di un browser abilitato Adobe-Air, in grado di offrire una migliore integrazione con il desktop.

Infine, crescerà esponenzialmente il valore delle identità Web: l’incredibile quantità di dati pubblici presenti su siti come Facebook, LinkedIn, Bebo e MySpace, rende più facile impersonare, danneggiare o mettere in falsa luce le identità legate a privati o a professionisti.