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Mutuo prima casa: fino a settembre garanzia alle categorie prioritarie

di Anna Fabi

8 Agosto 2023 09:08

Ci sono ancora 327 milioni nel 2023 a disposizione del Fondo mutuo prima casa, fino al 30 settembre garanzia più alta alle categorie prioritarie.

Nei primi sei mesi dell’anno sono stati riconosciuti oltre 35mila mutui coperti dal Fondo mutui prima casa, nella stragrande maggioranza dei casi (il 70%) destinati alle categorie con accesso prioritario, e ci sono ancora a disposizione 327 milioni di euro per concedere nuove garanzie.

I numeri sono stati forniti dalla sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano, nel corso di un’interrogazione a risposta immediata in Commissione Finanza alle Camera.

Fondo Mutui Prima Casa 2023: come funziona

Il Fondo per il mutuo prima casa fornisce una garanzia pubblica per i finanziamenti ipotecari sull’abitazione principale di «a coloro che non siano proprietari di altri immobili a uso abitativo». Il finanziamento non deve superare i 250 milioni e la garanzia è al 50% della quota capitale.

Fino al 30 settembre, in base all’articolo 4-sexies del dl 51/2023, la garanzia può arrivare all’80% per le categorie prioritarie con ISEE fino a 40mila euro e un mutuo superiore all’80% del prezzo dell’immobile.

Quali sono le categorie prioritarie per il mutuo casa garantito

  • giovani coppie che abbiano costituito nucleo da almeno due anni, in cui almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni alla data di presentazione della domanda di finanziamento;
  • nuclei familiari mono-genitoriali con figli minori conviventi;
  • conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari comunque denominati;
  • giovani di età inferiore a 36 anni.

Dalle informazioni pervenute dalla società che gestisce il Fondo, sottolinea Albani, «al 30 giugno 2023 la disponibilità del Fondo Prima Casa è di circa 327 milioni di euro».

I dati precisi dal primo gennaio al 30 giugno 2023: «il numero totale delle garanzie riconosciute (sia per il 50 per cento che per l’80 per cento) è stato pari a 35mila 618, di cui una quota pari circa al 70% destinato alle categorie di soggetti cosiddetti prioritari».