Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, ha presentato alla stampa la sua proposta di revisione del PNRR, che riscrive il calendario di molti target e taglia numerose risorse in capo a diversi Ministeri, reinvestiti nel nuovo capitolo REPowerEU.
Nello specifico, escono interventi per 15,89 miliardi (tra cui ferrovie, dissesto idrogeologico, Comuni, Welfare) ed entrano misure green per 19,25 miliardi.
Cosa entra nel nuovo PNRR: il RepoweEU
Si tratta del piano presentato Commissione Europea per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili della Russia e contrastare l’emergenza climatica. Tutti gli Stati Membri devono includerlo nei loro Recovery Plan.
I tre pilastri del capitolo sul RepowerEU nel PNRR italiano, così come proposti dal Governo, sono costituiti da altrettanti filoni di investimento:
- reti – 2,312 miliardi;
- transizione verde ed efficientamento energetico – 14,793 miliardi;
- filiere – 2,05 miliardi.
Ci sono poi 6 riforme previste valgono altri 100,75 milioni:
- riduzione costi di connessione alle reti di produzione biometano;
- Power Purchasing Agreement (PPA) rinnovabili;
- green skill nel settore privato
- green skill nel settore pubblico;
- taglio sussidi ai combustibili fossili;
- Testo unico delle Rinnovabili.
Superbonus per famiglie a basso reddito
Tra le misure del Piano contenute nel nuovo capitolo RepowerEu c’è anche un Ecobonus potenziato per le abitazioni private delle famiglie a basso reddito: con 4 miliardi di euro, se ne finanziano le riqualificazioni edilizie. Niente cessione credito, però, solo le classiche detrazioni fiscali.
Cosa esce dal PNRR
La proposta di revisione sfronda numerosi interventi, che spaziano tra ministeri e settori, dall’Ambiente ai Trasporti, dalla Sanità al Welfare e all’Università. Quale esempio.
- Nelle Ferrovie si dice addio alla connessione Roma-Pescara e ad alcuni tratti della Napoli-Bari e della Palermo Catania.
- Nella PA si proroga di 15 mesi la riduzione dei tempi di pagamento delle fatture in 30 giorni (60 per la Sanità).
- Negli Appalti pubblici si rimandano le misure per accelerare le aggiudicazioni.
- Nella Giustizia slitta la riduzione degli arretrati nei tribunali.
- Nei Comuni esce la misura M2C4I2.2 (interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica) assieme a quella M5C2I2.1 (investimenti in progetti di rigenerazione urbana per ridurre emarginazione e disagio sociale).
- Per l’Ambiente si tagliano le misure per la gestione del rischio alluvione e idrogeologico; l’utilizzo dell’idrogeno nei settori “hard to abate”; la promozione di impianti innovativi; la tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano.
- Per le Politiche di coesione addio a servizi e infrastrutture sociali di comunità ed alla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie.
In realtà, si dovrebbe trattare di un definanziamento con successivo rifinanziamento nell’ambito di altri programmi (Fondi strutturali e di investimento europei, Fondo per lo sviluppo e la coesione, fondi del Piano nazionale complementare al PNRR). Lo ha spiegato lo stesso Ministro Fitto in conferenza stampa:
Si tratta solo di rifinanziamento: questi progetti li eliminiamo dal PNRR per ricollocarli nel Fondo sviluppo e coesione. Mettiamo così in salvaguardia interventi che rischiano di non essere ammissibili nel PNRR, con la tempistica giusta.
Misure potenziate
Per alcune misure, di contro, si prevede il rafforzamento degli interventi. Ad esempio, alle imprese vanno nuovi crediti d’imposta per Transizione 5.0, sempre nell’ambito di RepowerEU.
Per gli asili nido si investono altri 900 milioni di euro con un nuovo bando che serve a raggiungere il target di 264.480 nuovi posti.
Cosa succede adesso
Dopo il consolidamento del nuovo piano a fronte di un confronto interno, il Governo sottoporrà alla Commissione UE il nuovo PNRR entro fine agosto: spetta infatti all’organo europeo il compito di validare la modifica delle 144 misure in 9 macro-interventi richiesta. A quel punto, si sbloccheranno le successive rate di finanziamento.
Intanto è arrivato il disco verde per la terza rata da 18,5 miliardi di euro (con lo stralcio dei 500 milioni di misure rimandate alla prossima tranche). Ok anche alle modifiche proposte per gli obiettivi della successiva scadenza, che incamerano i rinvii di quella attuale.