L’evasione fiscale in Italia coinvolge quasi tutti i settori e i territori, un fenomeno che appare in calo solo se si tiene conto del versamento dell’IVA, mentre risulta in aumento analizzando l’IRPEF sui redditi da lavoro autonomo.
A fornire cifre precise e aggiornate è la Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva 2022 pubblicata dal MEF.
I numeri dell’evasione fiscale in Italia
L’evasione in Italia è oggi pari a 1.672 euro procapite, un quinto degli evasori fiscali dichiara i propri redditi ma poi non versa le tasse, mentre dipendenti e pensionati sono i più ligi dal momento che sono tassati alla fonte. Fanno peggio di autonomi, che evadono soprattutto l’IRPEF.
Ma a trionfare è sempre l’IVA, con un buco da 25 miliardi pari ad 1/5 dell’intero mancato gettito dell’Unione Europea (93 miliardi).
E poi ci sono i debitori cronici: sono 7 milioni i contribuenti che ogni anno ricevono una nuova cartella esattoriale senza aver ancora pagato le precedenti.
Quali sono le tasse più evase
Oltre ad IVA e IRPEF, il rapporto mostra come a crescere sia soprattutto l’evasione contributiva (12,7 miliardi di contributi previdenziali in un anno, a danno dei lavoratori), che riguarda complessivamente 3 milioni e 586 mila unità di lavoro a tempo pieno.
Il mancato versamento delle tasse riguarda anche l’IMU e il canone RAI, sebbene venga applicato direttamente in bolletta.
Evasione: cresce al Sud e tra gli autonomi
Stando ai dati, a evadere l’IRPF è il 70% degli autonomi per quanto concerne l’IRPEF (per 32,5 miliardi).
Dal punto di vista della distribuzione territoriale, il documento segnala alcune disparità tra le varie zone della Penisola:
L’incidenza dell’economia non osservata è molto alta nel Mezzogiorno, dove rappresenta il 18,2% del complesso del valore aggiunto, seguita dal Centro dove il peso si attesta al 13,0%.
Più contenute, e inferiori alla media nazionale, sono le quote raggiunte nel Nord-est e nel Nord-ovest, pari rispettivamente al 10,4% e 10,0%.