Le assunzioni nei primi quattro mesi dell’anno sono risultate stabili, il saldo fra cessazioni e nuovi contratti è positivo, e si rileva un aumento del tempo indeterminato.
Sono le principali evidenze dell’Osservatorio sul precariato INPS, con i dati 2023 più aggiornati. Vediamoli.
Assunzioni: assunzioni stabili, precariato in calo
Fra gennaio e aprile i datori di lavoro privati hanno attivato 2 milioni 651mila assunzioni, con un leggero incremento (+0,7%), sullo stesso periodo 2022. A livello tendenziale, quindi, le nuove assunzioni sono stabili. Sono cresciute dell’11% le trasformazioni di contratti da tempo determinato a tempo indeterminato, e una variazione positiva (+390mila unità) per i nuovi contratti a tempo indeterminato.
Per l’insieme delle altre tipologie contrattuali si registra un saldo positivo pari a 102mila unità, così suddivise:
- intermittenti: +36mila;
- apprendistato: +27.000;
- stagionali: +26.000;
- tempo determinato: +24.000;
- somministrazione: il saldo è in negativo per 11mila unità anche se le assunzioni sono aumentate sia per il tempo indeterminato +9%, sia con riferimento ai contratti a termine +10%, ma sono aumentate anche le cessazioni per entrambe le tipologie contrattuali.
Assunzioni agevolate col freno a mano
Si registra una flessione delle assunzioni agevolate, -12% rispetto al primo quadrimestre 2022. In particolare, gli esoneri contributivi totali per i giovani e le donne hanno registrato un’importante flessione rispetto allo stesso periodo del 2022 in quanto ancora in attesa dell’autorizzazione da parte della Commissione europea. C’è una modesta crescita dell’agevolazione “Decontribuzione Sud”, +9%, che si conferma al momento l’incentivo di maggior impatto, quantomeno per il numero di dipendenti coinvolti.
Infine, aumentano del 9% le assunzioni di lavoratori impiegati con contratti di prestazione occasionale, che ad aprile si attestano intorno alle 16mila unità, con un importo medio mensile lordo della remunerazione pari a 239 euro.