Si accende sempre di più il dibattito sul salario minimo in Italia, dopo che le opposizioni hanno presentato una proposta di legge approvata in Commissione Lavoro alla Camera e che le forze di maggioranza un emendamento di soppressione: lo si vota questa settimana, ed essendo presentato dalla maggioranza, è probabile che sia approvato.
Questo non dovrebbe impedire alla proposta di legge del centrosinistra di arrivare in Aula come previsto il 28 luglio (con la formula del mandato contrario del relatore), ma certo l’iter di approvazione non si preannuncia semplice.
Maggioranza contro il salario minimo per legge
La maggioranza non è d’accordo sul salario minimo per legge preferendo continuare a percorrere la strada della contrattazione, sebbene in Italia siano milioni i lavoratori che non sono inquadrati efficacemente nei CCNL e dunque non tutelati sul tema retribuzione minima.
Resta però ferma su questo binario il Governo. La ministra del Lavoro, Elvira Calderone, ha dichiarato:
non credo al salario minimo per legge perché credo alla buona contrattazione collettiva e soprattutto credo veramente nel valore delle parti sociali e soprattutto nel valore rappresentato dalla qualità delle relazioni industriali in Italia.
Cosa prevede la proposta di legge delle opposizioni
Anche la proposta di legge delle opposizioni – che riunisce una serie di testi Pd, M5S, Azione, Alleanza Verdi e Sinistra e +Europa – recepisce la centralità dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, stabilendo che il salario minimo non possa essere inferiore a quello previsto dal contratto del settore di riferimento, tuttavia prevede che sia garantito per tutti una retribuzione di almeno 9 euro lordi all’ora come minimo contrattuale.
Se ci sono più contratti di riferimento per un medesimo settore, rileva quello controfirmato dalle organizzazioni più rappresentative. Se non c’è un contratto di categoria, rileva invece quello che disciplina mansioni equiparabili.
Ci sono una serie di eccezioni, fra cui le collaborazioni prestate nell’esercizio di arti e professioni o le attività dei componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società e dai partecipanti a collegi e commissioni.
Ipotesi incentivi in Legge di Bilancio 2024
Il testo della proposta di legge sul salario minimo presentata dal centrosinistra prevede anche un beneficio economico per i datori di lavoro proporzionale agli incrementi retributivi corrisposti ai prestatori di lavoro, al fine di adeguare il trattamento economico minimo orario all’importo di 9 euro.
Questa misura dovrebbe essere inserita nella prossima Legge di Bilancio 2024.
In generale, non si esclude che nella prossima Manovra vengano inserite misure in tal senso vista la contrarietà delle forze di Governo alla Legge sul Salario Minimo. Ma su questo punto non ci sono anticipazioni, solo la considerazione che il tema è particolarmente caldo e si colloca proprio nei mesi che precedono la messa a punto della manovra di Bilancio.
La legge UE sul salario minimo
Una legge sul salario minimo esiste a livello UE: non prevede un limite retributivo fisso (come i 9 euro della proposta di legge italiana) ma fissa criteri in base ai quali gli Stati Membri devono garantire adeguatezza dei salari, tenendo conto del costo della vita e dei più ampi livelli di retribuzione. E prevede che lo possano fare o per legge, oppure attraverso la contrattazione collettiva, che deve coprire almeno l’80% dei lavoratori. L’Italia quindi non ha nessun obbligo di adeguamento da questo punto di vista, avendo una contrattazione collettiva diffusa.
L’impatto del salario minimo a 9 euro l’ora
In base a un report della Fondazione Studi Consulenti del lavoro, su 63 Contratti Collettivi di Lavoro analizzati, ben 39 si collocano al di sotto della soglia dei 9 euro lordi all’ora, di cui 18 CCNL sono compresi tra 8 euro e 8,9 euro mentre 4 CCNL prevedono salari tra 7 e 7,9 euro orari.
In base alle stime Istat presentate in commissione Lavoro al Senato, un salario minimo di 9 euro lordi all’ora comporterebbe un aumento di stipendio per circa 3 milioni di italiani, mentre portato a 10 euro, addirittura, la quota dei lavoratori che potrebbero trarne vantaggio dal punto di vista retributivo salirebbe fino a 5,2 milioni.