Una mappa del potenziale agrivoltaico italiano che considera una serie maggiore di variabili rispetto a quelle tradizionali e consente di elaborare dati precisi anche sullo sviluppo delle Rinnovabili nel rispetto del territorio.
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La mappa è stata messa a punto dal Centro Ricerche ENEA, e vuole essere un utile strumento di lavoro anche in vista della realizzazione degli obiettivi del PNRR. A tal fine, ricordiamo anche il nuovo decreto ministeriale che incentiva l’installazione sui tetti degli edifici agricoli per raggiungere l’obiettivo di almeno 1,04 GW di impianti agrivoltaici entro il 30 giugno 2026.
La mappa del potenziale agrivoltaico
L’idea è quella di avere indicatori del potenziale agrivoltaico, a livello regionale e nazionale, che tengano conto delle caratteristiche del paesaggio per meglio armonizzare lo sviluppo delle rinnovabili con il territorio circostante.
«Il potenziale dell’agrivoltaico nel contesto nazionale è solitamente valutato sulla base delle caratteristiche topografiche e dell’estensione delle aree agricole disponibili», spiega Grazia Fattoruso del Laboratorio ENEA di Sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e sensoristiche del Centro ricerche di Portici.
La nuova mappa, invece, considera sia i fattori che possono influenzare il potenziale solare fotovoltaico di un’area (come quelli geofisici, tecnici ed ambientali) sia quelli che impattano sulla resa agricola (come le classi di uso suolo, la capacità d’uso dei suoli e il deficit idrico.
I criteri utilizzati sono stati selezionati sulla base dei risultati delle interviste effettuate a un team di esperti, scienziati, ricercatori e a soggetti portatori di diversi interessi come progettisti, sviluppatori e decisori in ambito energetico e agricolo.
Agrifovoltaico sostenibile: sfide e obiettivi
La realizzazione della mappa nasce nell’ambito della task force AgrivoltaicoSostenibile@ENEA e dell’Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (AIAS), presieduta da ENEA, che supporta lo sviluppo dell’agrivoltaico attraverso progetti, tecnologie innovative, protocolli di certificazione e percorsi di formazione.
AIAS ha 85 soci fra istituzioni, associazioni e imprese, distribuiti in base a cinque priorità strategiche e si prefigge di fornire un contributo alla transizione energetica supportando il settore agricolo nella sfida della neutralità climatica.
«L’agrivoltaico sostenibile – spiega Alessandra Scognamiglio – si pone come un aggregatore in grado di mettere a sistema le innovazioni partendo dalle esigenze espresse dagli operatori coinvolti. L’ambizione è quella di compiere una sintesi di conoscenze che possa tradursi in percorsi formativi specifici a supporto dell’implementazione di sistemi agrivoltaici sostenibili dove la bellezza del paesaggio si coniuga con la generazione di energia e di cibo».