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Partite IVA: una proroga per le scadenze di giugno

di Teresa Barone

7 Giugno 2023 10:22

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Potrebbe slittare dal 30 giugno al 20 luglio la scadenza dei versamenti fiscali a carico delle Partite IVA: i motivi della richiesta dei Professionisti.

Il calendario delle scadenze fiscali per le Partite IVA relativo al mese di giugno è decisamente fitto e caratterizzato da numerosi adempimenti, comprendendo anche il pagamento dei tributi locali e dell’IMU.

Arriva dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti (CNC) la richiesta di una proroga di 20 giorni dei versamenti che scadono il 30 giugno, al fine di alleggerire la pressione fiscale.

Stando alle stime, infatti, tra imprese e professionisti soggetti agli ISA e le Partite IVA che operano nel regime forfettario ammontano a circa 4,5 milioni i contribuenti coinvolti.

Come ha annunciato il Consigliere con delega alla fiscalità Salvatore Regalbuto, sono attualmente in corso alcune interlocuzioni in questo senso, sia con il Ministero dell’Economia sia con l’Agenzia delle Entrate.

Anche da parte dei sindacati di categoria arriva la richiesta di ampliare il lasso di tempo a disposizione per i versamenti d’imposta che gravano su imprese, autonomi e professionisti per versamenti d’imposta in scadenza il 30 giugno.

La necessità di un rinvio dei pagamenti, è motivata dal ritardo nella diffusione del decreto relativo ai correttivi ISA, siglato il 28 aprile ma di fatto pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il successivo 16 maggio, lasciando poco tempo per adeguarsi alle novità previste.

Come ha ricordato Marco Cuchel, Presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti (ANC),  lo Statuto del Contribuente prevede in questi casi l diritto alla proroga, ma di fatto si tratta di una previsione di legge tra le più disapplicate del nostro ordinamento.

Ci rivolgiamo al MEF affinché intervenga per disporre lo spostamento del termine al 20 luglio, senza la maggiorazione dello 0,40%.

La proroga dei versamenti potrebbe arrivare attraverso un Dpcm al hoc che sposterebbe le scadenze di venti giorni, previa approvazione della Ragioneria di Stato.