L’Ocse ha pubblicato il consueto rapporto annuale (Taxing Wages 2023) sull’andamento del cuneo fiscale nei diversi paesi analizzando l’impatto del costo del lavoro (imposte su tali redditi) sulla pressione fiscale con riferimento alle retribuzioni e al sistema fiscale 2022.
Gli aumenti salariali hanno causato lo scivolamento in uno scaglione fiscale più elevato (con l’aumento delle tasse) e ridotto l’accesso a crediti d’imposta e altre agevolazioni e sussidi spettanti in base al reddito, con un effetto pertanto più negativo che positivo.
Tra i Paesi che hanno registrato un incremento del cuneo fiscale spicca l’Italia con un pesante 45,9% rispetto ad una media OCSE del 34,6% con riferimento a single senza figli con retribuzione media nazionale.
Per le coppie con due redditi e due figli la media OCSE è invece del 29,4%.
Non solo: la morsa dell’inflazione ha ridotto il potere d’acquisto delle retribuzioni e causato addirittura un calo dei salari reali.
Il salario medio è aumentato in tutti i Paesi OCSE in termini nominali ma è diminuito in termini reali in 35 Paesi su 38.