Il 2029 potrebbe segnare la fine delle caldaie a gas nell’Unione Europea, a meno che il regolamento 813/2013/UE non subisca modifiche, per le quali il prossimo appuntamento da segnare il calendario è quello del 12 giugno.
Se approvato, gli standard tecnico-produttivi proposti escluderebbero la vendita delle caldaie a gas, inclusi i modelli alimentati da gas rinnovabili.
Ma non è detta l’ultima parola: a Bruxelles comincia a tirare un’aria di velato malumore nei confronti delle numerose direttive e disposizioni che da qui ai prossimi anni sono destinate a rivoluzionare non soltanto i consumi in chiave di una maggiore sosteniblità ma anche l’industria produttiva.
Il divieto sulle caldaie a gas nel 2029
Attualmente in discussione, il regolamento UE sugli Ecodesign ha intanto incontrato l’opposizione non soltanto dell’Italia ma anche d Polonia, Slovacchia, Romania, Repubblica Ceca e Croazia. La revisione del Regolamento 813/2013 reca modalità di applicazione della direttiva 2009/125/CE sulle specifiche di progettazione ecocompatibile degli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente e misti.
Il piano RePowerEU per ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas russo ha infatti previsto nuovi standard di progettazione eco-compatibile inseriti nell’etichetta energetica Ecodesign.
Il regolamento Ecodesign e le soglie di efficienza
Il 27 aprile scorso, durante un Consultation Forum della Commissione Europea, è stato discusso il regolamento Ecodesign. Tra le proposte emerse vi è quella di imporre un limite minimo di efficienza del 115% per le caldaie, un obiettivo ambizioso che porterebbe all’esclusione di alcune tecnologie utilizzanti biogas o idrogeno.
Si tratta infatti di un valore che nessuna caldaia a gas, idrogeno o gasolio riuscirebbe a raggiungere e che lascia dentro solo gli impianti alimentati a fonti rinnovabili, pompe di calore elettriche, a gas oppure ibride ed infine alcuni sistemi di cogenerazione ad alta efficienza.
Dopo l’incontro, era stato concesso un periodo di 8 settimane per raccogliere le opinioni degli interessati, ma Bruxelles ha anticipato l’appuntamento al 12 giugno.
Le perplessità sollevate dai Paesi europei
Come accennato, la bozza di revisione del regolamento 813/2013/UE ha suscitato critiche da parte di alcuni Paesi e operatori del settore, tra cui Proxigas, Assogasliquidi, Assortermica, Federcostruttori e Appia Italia. Secondo le associazioni di settore, in particolare, il nuovo Regolamento contrasterebbe con la proposta di Direttiva EPBD (la cosiddetta direttiva Case Green).
Organizzazioni non governative come Eeb, ECOS e produttori di pompe di calore si sono invece mostrate – ovviamente – favorevoli.
Tuttavia, considerate le tensioni, le preoccupazioni espresse su vari fronti potrebbero aver spinto Bruxelles a riconsiderare la propria posizione e valutare eventuali eccezioni.
Le possibili eccezioni
Nel prossimo incontro del 12 giugno si concentrano dunque le speranze dei “detrattori della misura”, che quanto meno vorrebbero poter inserire soglie meno rigide capaci di includere alternative green parimenti sostenibili ma meno limitative per l’industria produttiva. Consentendo ad esempio i ricorso ad apparecchi ibridi. Dello stesso avviso le altre associazioni.
Gli esperti dovranno individuare anche le “situazioni particolari” in cui non esiste un’alternativa tecnica alle caldaie a gas e valutare se la nuova legge debba contemplare eccezioni alla soglia di efficienza del 115%.
La decisione finale riguardo al divieto di vendita delle caldaie a gas dal settembre 2029 dipenderà dunque dall’esito di questa discussione.