Lavorare da casa almeno qualche giorno a settimana genera numerosi benefici sia per i dipendenti sia per i datori di lavoro, tanto che chi opera in modalità Smart Working ha l’opportunità di risparmiare fino a 61 minuti al giorno.
Secondo la ricerca del National Bureau of Economic Research, grazie al lavoro ibrido gli italiani possono ritagliarsi più di un’ora quotidiana da dedicare al riposo (31%) o al caregiving (15%), ma anche alla professione principale o secondaria (34%). Per chi ha figli, inoltre, il tempo risparmiato è pari a 11,4 minuti al giorno.
Un quarto dei lavoratori coinvolti nella ricerca, inoltre, ha dichiarato che sarebbe disposto a cercare un altro lavoro se fosse costretto a recarsi in ufficio 5 giorni alla settimana.
Analizzando le elaborazioni Censis su dati Istat, si evince che le persone che lavoravano da casa prima del Covid erano circa 1.053.000, mentre hanno raggiunto quota 3 milioni nel 2020 e oggi sono scese a circa 2,7 milioni. Secondo dati Gartner, invece, entro la fine del 2023 il 9% dei lavoratori a livello mondiale lavorerà completamente in Smart Working e il 39% sarà operativo in modalità ibrida.
I dati del VI Rapporto Censis-Eudaimon, infine, sottolineano come il 71,8% degli occupati italiani ritenga che lo Smart Working non faccia lavorare meno e non riduca la produttività.
Lo Smart Working, e la sua razionalizzazione dopo la emergenza pandemica, è sicuramente una opportunità per le aziende per andare incontro a bisogni e istanze dei propri lavoratori, secondo Daniela Ivaldi, Sales Manager di Eudaimo:
una realtà lavorativa che si prende cura dei dipendenti tendenzialmente, migliora l’engagement e i lavoratori che sentono vicina la propria azienda lavorano meglio e producono di più a prescindere da dove si trovano fisicamente.