I Fondi comuni sono in cima alle preferenze degli italiani che scelgono di investire i risparmi, optando per una soluzione finanziaria che mette d’accordo generazioni diverse e che vanta una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale.
Il valore medio dell’investimento degli 11,5 milioni di sottoscrittori in Fondi comuni è pari a 45mila euro, sebbene la cifra sia più bassa per i sottoscrittori di fondi italiani (27mila euro) e più elevata per i sottoscrittori di fondi esteri.
Sono dati emersi dal secondo l’Osservatorio annuale sui sottoscrittori di Fondi comuni, curato dell’Ufficio Studi di Assogestioni e presentato in occasione del Salone del Risparmio.
Tra i Fondi italiani prevale l’investimento in fondi flessibili (42%) e obbligazionari (26%), ma anche in fondi bilanciati (22%) e azionari (10%). Tra i prodotti esteri, invece, la componente azionaria si attesta al 48%, mentre è pari al 30% il peso dei fondi obbligazionari e diminuisce la quota dei fondi flessibili e bilanciati (11%).
Dal punto di vista anagrafico, l’età media nazionale dei sottoscrittori è 61 anni (41% del totale), seguita dai risparmiatori della Generazione X con il 28%, dagli ultra 77enni che rappresentano il 18,5% e dai più giovani (Millennials e Generazione Z) che si attestano al 13%.
Gli under 40 stanno gradualmente iniziando a investire.
Come spiega Riccardo Morassut, il 13% che rappresenta la quota di sottoscrittori più giovane, in particolare Millennials e Gen Z, è da leggersi come un dato positivo: significa che i giovani scelgono lo strumento dei fondi per entrare nel mercato finanziario.
L’ammontare dell’investimento varia con l’età, tanto che i sottoscrittori ultra 77enni registrano investimenti più alti che vanno dai 62mila euro agli 82mila euro, mentre per i Boomers la cifra scende fino ai 53mila euro. A seguire la Generazione X che investe in media 37mila euro, i Millennials con 18mila euro e la Generazione Z con 12mila euro.
Su base territoriale, infine, in cima alla lista delle regioni che vantano un tasso di partecipazione più alto si colloca l’Emilia-Romagna, seguita da Lombardia e Piemonte.