Nel disegno di legge in materia di lavoro approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso primo maggio assieme al DL Lavoro, potrebbe arrivare uno stop al licenziamento obbligato, indotto dal lavoratore che mira a lasciare l’impiego ma che non vuole perdere il diritto a ottenere la NASpI, l’indennità di disoccupazione che può essere richiesta solo da parte dei lavoratori che hanno perso il lavoro involontariamente.
L’attuale normativa impone al datore di lavoro l’onere di procedere al licenziamento in caso di assenza ingiustificata, con la conseguenza di doverne anche pagare i relativi costi. Secondo lo schema della nuova legge, invece, in caso di assenze ingiustificate superiori ai cinque giorni, il rapporto di lavoro si considererebbe automaticamente chiuso, per volontà dello stesso lavoratore, configurandosi dunque come dimissioni.
Se la misura nel ddl sarà confermata nel corso del suo iter parlamentare, pertanto, non sarà il datore di lavoro a licenziare il lavoratore per assenza ingiustificata, evitando peraltro di dover versare anche il ticket di licenziamento.
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Per il lavoratore che viene licenziato a causa delle assenze ingiustificate che superano i cinque giorni, quindi, non ci sarebbe più possibilità di richiedere la prestazione o di ottenere il ticket di licenziamento, che aumenta in base all’anzianità aziendale.