«E’ uno strumento che la banca utilizza per prendere decisioni sul credito, composto da diversi elementi. Permette a b-ilty di ricevere richieste, valutarle sulla base di criteri oggettivi, deliberare ed erogare i finanziamenti in tempi più rapidi, perchè l’attività che normalmente fa l’azienda ogni volta che chiede un finanziamento, fornendo una serie di dati, viene effettuata direttamente sulla piattaforma». Così Carlo Panella, head of business di b-ilty, presenta Credit Engine, il nuovo strumento di valutazione del merito creditizio a cui si rivolge la banca dedicata alle piccole e medie imprese del Gruppo illimity.
Basato su un algoritmo proprietario, che utilizza intelligenza artificiale e machine learning, consente di ottenere un prestito in pochi minuti. Letteralmente pochi minuti. «Il tempo di delibera di un finanziamento è sotto i cinque minuti».
Come funziona Credit Engine
Credit Engine è formato da quattro componenti.
- Front end: «è quello che il cliente vede inserendo i dati». In pratica, un’interfaccia con cui si inseriscono gli elementi richiesti, sviluppata pensando soprattutto alla semplicità di utilizzo. Qui abbiamo fatto leva sull’esperienza fatta sul mercato retail, con interfacce semplici, immediate, che non richiedono aiuto perchè nascono strutturalmente self service. Immediate, trasparenti, con un simulatore che consente di conoscere l’importo erogato in base alla richiesta del cliente e ai tassi».
- Verifica: antiriciclaggio, controlli, tutto automatizzato;
- Modello di valutazione: è un po’ il cuore del sistema, «ha l’obiettivo di aiutare le aziende a ottenere credito. Dove ravvediamo una potenziale criticità, facciamo approfondimenti. Noi vogliamo fare finanziamenti sostenibili per le imprese, se no il rischio è creare un problema più grande della soluzione». In questa fase, le principali caratteristiche del sistema sono «immediatezza e trasparenza».
- Contratto: viene inviato automaticamente, e si conclude con firma digitale. «E’ una parte operativa che generalmente porta via giornate intere, invece qui viene completata velocemente».
La piattaforma digitale
Con il Credit Engine «la banca è più efficiente e veloce, il cliente ha un accesso al credito oggettivo, sulla base di criteri immediati e con tempi inferiori. I prestiti sono veloci e trasparenti nelle condizioni». Il procedimento avviene completamente online, sulla piattaforma di e-b-ilty, «ma a noi interessa sempre conoscere il cliente.
Quindi se serve entriamo in contatto, per comprendere in modo approfondito l’azienda e trovare soluzioni magari diverse da quelle che ha chiesto in autonomia. Il credito è uno strumento di lavoro, non solo un finanziamento che serve per acquisire un bene. Quindi ci sono casi in cui facciamo una consulenza, partendo da una richiesta dell’azienda, e componiamo soluzioni fatte da diverse forme di finanziamento più adatte alla struttura finanziaria dell’azienda.
Magari un’impresa chiede un finanziamento a sei anni, e invece ti accorgi che per la struttura di incassi sarebbe meglio miscelare un mutuo con un anticipo fatture, o pensare al factoring».
Il modello di valutazione del merito creditizio
Il modello di valutazione, abbiamo detto, è il cuore del sistema. Come si differenzia da altri strumenti analoghi? Intanto «è un modello di valutazione proprietario, che viene sviluppato in base al lavoro di chi sta con il cliente, quindi il commerciale, da chi valuta il credito e da chi si occupa di rischio. Il modello considera le peculiarità dei settori, gli andamentali, lo sviluppo in base ai conti dell’azienda ed il potenziale di sviluppo. E’ basato su un rating che calcoliamo internamente, sviluppato con modelli di machine learning e intelligenza artificiale che permettono di essere molto puntuali nella valutazioni».
«Le banche utilizzano sempre algoritmi propri, ma noi riteniamo il Credit Engine performante per come è stato sviluppato e per le competenze delle persone che abbiamo; illimity nasce per fare credito alle piccole e medie imprese, quindi è specializzata sui finanziamenti a questa specifica tipologia di imprese».
La seconda peculiarità «è il processo end to end digitale, quindi veloce e trasparente».
Come si chiede il prestito
Lo strumento del Credit Engine si rivolge ad aziende fra 1 e 20 milioni di fatturato, i driver sono quindi la dimensione ma anche la complessità dell’operazione.
«Questo è un canale digitale, che nasce per andare incontro a esigenze che possono essere indirizzate con con prodotti a catalogo. Poi ci sono soluzioni ad hoc che possiamo sviluppare su casi particolari».
L’elemento su cui Panella insiste è che «non è solo uno strumento di credito. Il cliente avrà anche il conto corrente, strumenti di pagamento e di incasso per gestire l’operatività ordinaria». In pratica, l’azienda diventa a tutti gli effetti correntista di b-ilty.
Le imprese lo utilizzano in autonomia sulla piattaforma di e-b-ilty, «anche i partner che ci portano le aziende clienti».
Il Credit Engine è aperto a imprese che sono già clienti, e ad aziende che invece per la prima volta entrano in contatto con la banca. In questo caso si registrano su b-ilty, e iniziano la richiesta di finanziamento. Poi, dopo il prestito, il cliente può operare in autonomia con le sue credenziali.
Risposta in tempo reale
I primi risconti sono molto positivi, sottolinea Panella. «Quando il cliente ha fornito le informazioni necessarie ad istruire il finanziamento, il tempo di delibera è sotto i cinque minuti». La velocità è abilitata dal fatto che molti dati non vengono chiesti all’azienda. «Recuperiamo da basi dati esterne pubbliche circa l’80% delle informazioni che ci servono. Quelle che non riusciamo a recuperare, dobbiamo chiederle. Ma sul merito creditizio, scarichiamo in autonomia molte informazioni di base (bilanci, statuto, andamentali, centrale rischi). Se poi abbiamo bisogno di approfondimenti, parliamo con l’imprenditore». Quest’ultimo passaggio da illimity è considerato «auspicabile, perchè il nostro obiettivo è acquisire clienti. Non è un prodotto, ma l’inizio di un rapporto. Per questo abbiamo fatto una banca, abbiamo l’obiettivo di una base clienti stabile con cui lavorare nel tempo».
Il gruppo illimity offre, infatti, diverse soluzioni di prestito: mutui chirografari, coperti con il Fondo di Garanzia PMI, fino a 84 mesi, fidi di cassa, anticipo fatture, factoring. Tutte forme di prestiti a breve termine, ma «stiamo lavorando per implementare altre forme di credito».
Scenari di mercato
Panella offre anche un’analisi dell’attuale scenario di mercato, caratterizzato da inflazione e tassi in crescita, identificando l’impatto sui prestiti alle imprese (in generale, non in riferimento ai finanziamenti erogati dalla banca fondata da Corrado Passera).
«A livello di mercato c’è una forte riduzione del numero di richieste di finanziamento a medio lungo termine, perchè si sommano diversi elementi». Il primo, è un effetto del recente passato: con le garanzie degli anni scorsi (le varie norme che hanno sostenuto ala liquidità delle imprese durante il Covid, per esempio), «le aziende hanno fruito in modo significativo di finanziamenti grazie al rischio limitato che ha permesso alle banche di fornire maggiore liquidità. Ora vediamo un leggero peggioramento dei conti per l’aumento dei costi. Ma bisogna essere capace capaci di leggere dati e bilanci e interpretare l’effettiva situazione dell’azienda».
Un altro aspetto che viene rilevato è «l’aumento dei finanziamenti per acquisto scorte, perché ci sono aspettative di aumento dei prezzi dei materiali che vengono messi in magazzino per la produzione. E’ un segno di prudenza, ma anche di preoccupazione delle imprese, che preferiscono una scorta a prezzo noto, e la disponibilità dei beni a magazzino. Perché quello che un tempo non sembrava un problema, la disponibilità di microchip, o di metalli, o componenti, non è più così. E le aziende fanno scorta in modo sovradimensionato rispetto alla produzione per essere sicure dei tempi di consegna».
Impatto tassi BCE
Infine, il costo del denaro, che con la stretta monetaria della BCE è aumentato nell’ultimo anno. «E’ evidente che l’aumento dei tassi si riversa sull’azienda con un aumento del costo del denaro, che dipende, a sua volta, dal maggior costo della raccolta per le banche. «Il differenziale fra quanto la banca paga il denaro e a quanto lo presta alle aziende rimane costante, quello che aumenta è il tasso finale per il cliente perché è legato agli indici di mercato».
Alle tensioni legate alle politiche monetarie, ultimamente si sommano anche quelle legate ai timori di una fase rialzista dello spread, il differenziale fra il BTP a dieci anni e il Bund tedesco, anche in seguito a report di banche d’affari (Goldman Sachs) e alle attese decisioni delle agenzia di rating (si parla di declassamento da parte di Moody’s).
Lo spread denota un rischio Paese, e non ha un effetto diretto sul mercato dei prestiti. Inizia ad averlo «se si risolve in un aumento dei tassi, rendendo meno accessibile il credito. Finché i tassi sono prossimi allo zero, i finanziamenti hanno un costo che li rende un’alternativa alle forme di pagamento di breve periodo. Se invece i costi aumentano, il prestito torna ad essere utilizzato solo in caso di effettiva necessità e non è più
utilizzato come alternativa a un sistema di pagamento».
Comunque sia, Panella non vede un rischio per l’Italia. «I numeri dicono cose più ottimistiche della percezione generale. E’ vero che l’inflazione resta alta ma il turismo ha ripreso, l’industria sta tenendo nonostante la situazione incerta e l’export anche.
Quello delle materie prime è un tema ancora presente, ma si sta risolvendo. E’ da capire quanto la nuova impostazione della normativa sui bonus fiscali porterà rallentamenti, perché per esempio il settore edile ha una rilevanza notevolissima sul sistema paese».