Il numero delle aziende che sceglie di avviare la composizione negoziata della crisi d’impresa è ancora esiguo, sebbene continui lentamente a crescere.
La CNC è una procedura volontaria operativa fin dal 15 novembre 2021, attivabile da tutti gli imprenditori commerciali e agricoli che si trovano in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario.
Secondo i dati di Unioncamere, ad oggi ammontano a 691, con una medi di 23 domande ogni due settimane, per quanto soltanto un terzo delle imprese utilizza preventivamente il test di risanabilità da allegare all’istanza.
Il maggior numero di richieste proviene dalle regioni della Lombardia, del Lazio, dell’Emilia-Romagna, del Veneto e della Puglia (circa il 59% del totale delle istanze).
La maggior parte delle imprese ricorre alla CNC in un momento della crisi ancora superabile e non eccessivamente avanzato, come dimostra il numero degli esiti positivi delle istanze.
Per quanto riguarda le domande che hanno ottenuto un responso negativo, alcune si sono concluse con il ricorso al nuovo strumento del concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio. Altre tuttavia mancavano di qualsiasi prospettiva futura di risanamento.
Il report di Unioncamere fa luce anche sulle figure degli esperti iscritti agli elenchi, che in data 3 aprile ammontano a 3660 e provengono prevalentemente dalle Lombardia, dalla Toscana, dall’Emilia-Romagna, dal Veneto e dal Lazio. La stragrande maggioranze è rappresentata dalla categoria dei commercialisti (80,6%), seguita dagli avvocati (18,06%).