Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione parlamentare sul Documento di Economia e Finanza approvato dal Governo, ha tracciato le tappe che porteranno alla definizione delle misure della prossima manovra.
I numeri sulla crescita sono migliori del previsto ma permane la necessità di proseguire sulla strada della prudenza. Una scelta improntata alla responsabilità, da non confondere «con la mancanza di ambizione». L’esecutivo prevede infatti di «adottare misure di più ampio respiro che oltre a sostenere la domanda interna diano nuovo slancio alla crescita dell’economia reale».
Il momento cruciale sarà come di consueto il prossimo autunno, prima con la NaDEF (la Nota di aggiornamento al DEF) e poi con la bozza della Manovra vera e propria.
Anticipazioni sulla Legge di Bilancio 2024
La politica di Bilancio che il Governo ha impostato «sarà improntata al graduale superamento delle misure straordinarie adottate negli ultimi tre anni, per riorientare l’intervento pubblico in modo da incentivare lo sviluppo dell’economia fermo rimanendo il sostegno ai soggetti più vulnerabili e, in particolare, alle famiglie, cui si darà particolare attenzione anche in sede di attuazione della delega fiscale. La riforma sarà comunque introdotta in maniera graduale e compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica».
Le misure programmate dal Governo sono «più ambiziose dei citati interventi di riduzione del cuneo e della pressione fiscale relativi al 2023 e 2024» ha spiegato il Ministro, ma per metterle a punto in coerenza con il quadro di finanza pubblica – definendo quindi il reale perimetro della prossima Legge di Bilancio 2024 – occorre «attendere l’evoluzione del quadro macroeconomico». Che è influenzato, fra le altre cose, «dalle politiche restrittive adottate dalle banche centrali per far scendere l’inflazione, dai recenti episodi di crisi in ambito bancario, dalla guerra in corso in Ucraina e dalla crescente frammentazione dei mercati».
L’impostazione economica della Manovra 2024
Le risorse che effettivamente saranno a disposizione per la manovra si consoceranno con la NaDEF di settembre. «Il Governo intende dare stabilità alla ripresa realizzata negli ultimi due anni, per evitare il ritorno ai ritmi di crescita asfittica che hanno caratterizzato lunghi periodi del passato», continuerà ad assicurare il sostegno pubblico all’attività economica, attraverso una rigorosa selezione degli interventi mirata a «ottenere la massima efficacia dell’impiego delle risorse utilizzate e ridurre i divari che a vario livello continuano a caratterizzare il nostro Paese».
Giorgetti ha comunque fornito qualche anticipazione sulle politiche economiche di lungo periodo:
- sostegno alla natalità e alla genitorialità;
- politiche volte a incentivare il tasso di partecipazione al lavoro, l’offerta di lavoro individuale e l’imprenditorialità, in particolare femminile (misure «costanti nel tempo al fine di stimolare cambiamenti nelle abitudini e nei progetti di vita delle persone»);
- investimenti nell’edilizia sanitaria e per l’ammodernamento tecnologico.
I numeri del DEF
Ricordiamo in sintesi, i numeri del DEF: crescita 2022 al 3,7%, in linea con le previsioni di novembre, nel 2023 il pil tendenziale è visto allo 0,9%, con revisione al rialzo dallo 0,6% di novembre. «La stima sconta un moderato aumento del prodotto interno lordo nel primo e nel secondo trimestre, cui seguirà una lieve accelerazione nella seconda parte dell’anno, favorita dall’attenuazione delle recenti tensioni sui mercati finanziari, dal rallentamento della dinamica dell’inflazione e dal rafforzamento del reddito disponibile reale». Il PIL programmatico è invece all’1% nel 2023 e all’1,5% nel 2024, grazie all’impatto del decreto lavoro di prossima approvazione.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, «nel quadriennio 2023-2026 proseguirà la crescita dell’occupazione, prevista a fine periodo a 23,9 milioni (da 23,1 milioni del 2022). Il tasso di disoccupazione scenderebbe dall’8,1 per cento nella media del 2022, al 7,7 nell’anno in corso per poi attestarsi al 7,2 per cento a fine periodo».
Subito il taglio del cuneo fiscale nel Decreto Lavoro
Per il momento, il DEF libera 7 miliardi: oltre 3 miliardi arrivano «dalla differenza tra l’andamento del deficit tendenziale e quello programmatico per gli anni 2023 e 2024», e verranno destinati (come già annunciato) a «finanziare nell’anno in corso un ulteriore taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti». La misura è attesa nell’ambito del Decreto Lavoro in preparazione, «in linea con il sostegno fornito finora dal Governo alla domanda privata, finalizzato a limitare il calo del potere d’acquisto delle retribuzioni più basse causato dai persistenti ed elevati livelli di inflazione» e «può risultare inoltre positivo per il mercato del lavoro, aiutando a preservare e consolidare i progressi registrati nel recente periodo». Altri 4 miliardi saranno invece destinati al Fondo per la riduzione della pressione fiscale.