Nei primi due mesi del 2023 sono stati 1.207.851 i nuclei percettori di almeno una mensilità di Reddito di Cittadinanza o Pensione di Cittadinanza, mentre nello stesso periodo di tempo il beneficio è stato revocato a 21.598 nuclei e 99.998 nuclei sono decaduti dal diritto, un dato che colpisce se confrontato con la cifra 314.261 relativa a tutto il 2022.
Sono cifre che arrivano dall’Osservatorio INPS, e segnalano un crollo delle prestazioni erogate, soprattutto se si mettono a paragone con i valori del 2022, evidenziando anche un calo del 65,23% in termini di richieste.
Dietro questa flessione si celano diverse cause, tra cui la scadenza della DSU che doveva essere presentata entro il mese di gennaio per mantenere il beneficio o per richiederlo ex novo. Tenendo conto che a partire dal 2024 il Reddito di Cittadinanza sarà sostituito dal MIA, inoltre, molte persone non hanno neanche avviato la procedura per richiedere il sussidio.
Il calo delle richieste è anche una conseguenza della ripresa dell’occupazione, che si sta avvicinando ai valori precedenti l’emergenza sanitaria, ma anche la perdita dei requisiti.
In calo anche i nuclei percettori e gli importi totali e medi (in colonna: solo RdC, solo PdC, entrambe le prestazioni), con la spesa totale mensile a febbraio 2023 che diminuisce a 576 milioni contro i 657 milioni di gennaio: