In vigore la Direttiva UE sulla riparazione dei prodotti domestici più comuni, approvata in via definitiva dal Parlamento di Strasburgo (con parere negoziale) e dal Consiglio Europeo la scorsa primavera e ora divenuta legge europea.
Pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea, gli Stati membri hanno adesso due anni per adottarla, possibilmente con interventi migliorativi nei rispettivi provvedimenti nazionali di recepimento.
Vediamo cosa prevede.
Cosa prevede la Direttiva UE sulle riparazioni
La Direttiva UE si inserisce nel Green Deal e ha quindi l’obiettivo di promuovere il più possibile sostenibilità ed economia del riciclo. Il testo del provvedimento, dopo le ultime modifiche, prevede l’istituzione del diritto alla riparazione agevolata di prodotti hi-tech rientranti nel quadro dell’elettronica di consumo, durante e dopo la scadenza della garanzia.
In dettaglio, la Direttiva mira a centrare i seguenti obiettivi:
- riparazione dei prodotti a un prezzo conveniente ed entro un termine ragionevole anche oltre quello della garanzia;
- l’accesso facile a pezzi di ricambio e informazioni sulla riparazione;
- buoni acquisto e incentivi alla riparazione;
- piattaforme web per la ricerca di servizi di riparazione locali e prodotti ricondizionati.
Il recepimento nazionale
In Italia, toccherà al Ministero delle Imprese e del Made in Italy entro due anni recepire tali norme. Possibilmente con interventi migliorativi secondo il parere di Confartigianato, che vede in bilico il ruolo dei piccoli artigiani:
il testo rimane ambiguo sull’accesso ai pezzi di ricambio, e non abbstanza ambizioso rispetto agli intenti iniziali.
Preoccupati anche i riparatori ufficiali, come denuncia Lorenzo Bellachioma, presidente di Cna – Riparatori Elettrodomestici. In Italia ci sono circa 5.000 aziende che si occupano della riparazione di elettrodomestici, che si chiedono quali saranno le condizioni a cui saranno sottoposti.
Quali prodotti sono coinvolti ed in che modo
Riguarda dunque una serie di prodotti su cui i costruttori sono tenuti a intervenire per un certo numeri di anni dopo l’acquisto, ad esempio lavatrici e aspirapolveri. Alcune specifiche tipologie, come smartphone e tablet, saranno incluse non appena pronti i disciplinari di settore relativi all’ecocompatibilità.
Un diritto alla riparazione per i consumatori che operi dunque a prescindere dalla durata della garanzia legale di due anni e che imponga ai produttori di informare i consumatori sui prodotti per i quali sono tenuti a fornire la riparazione, offrendola nei casi in cui il relativo costo non superi quello della sostituzione del prodotto.
- I produttori saranno dunque obbligati a riparare il prodotto dopo l’acquisto, a meno che il danno non sia irreversibile. Dovranno prevedere tali servizi, promuoverli anche durante il periodo di garanzia e fornire adeguata informazione a riguardo (tramite un modulo europeo di informazione sul diritto alla riparazione, che tutti i riparatori dovranno consegnare ai consumatori nel momento in cui si richiede un intervento, così da far conoscere i propri diritti in merito).
- Una piattaforma nazionale di nuova istituzione consentirà di confrontare i servizi disponibili.
- I consumatori avranno in questo modo il diritto di chiedere ai produttori la riparazione di prodotti tecnicamente riparabili, rivolgendosi anche a riparatori alternativi.
- I servizi di riparazione saranno indipendenti dalla casa di produzione così da stimolare la competizione e far divenire le riparazioni meno costose e più efficienti grazie a standard di qualità europea e incentivi alla visibilità per i riparatori che vorranno aderire a questo circuito virtuoso.
Per promuovere la riparazione in luogo della sostituzione anche sotto garanzia si devono garantire:
- riparazioni in tempi ragionevoli;
- prodotti di riserva;
- pezzi di ricambio a prezzo ragionevole per tutta la durata di vita di un prodotto;
- bassi costi di riparazione e scelta ampia.
- prodotti ricondizionati in luogo quando non è possibile la riparazione.
Risparmi ambientali ed economici
Secondo i calcoli della Commissione UE, l’applicazione di queste misure consentirà il risparmio di 1,8 milioni di tonnellate di risorse e 3 milioni di tonnellate di rifiuti RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) nell’arco di 15 anni.
In termini economici, venditori e produttori spenderebbero 15,6 miliardi di euro in meno e i consumatori ne risparmierebbero 176,5. Si raggiungerebbe anche un obiettivo di crescita e investimenti per il settore delle riparazioni, pari a 4,8 miliardi di euro.