La Commissione europea conferma il testo del nuovo Regolamento UE sulle emissioni dei veicoli su strada nella parte che vieta dal 2035 la vendita di nuove auto e furgoni a benzina e diesel ma apre alla proposta tedesca di immatricolazioni di veicoli con motori a combustione interna che utilizzano carburanti sintetici (e-fuels).
La richiesta dell‘Italia di ammettere anche i biocarburanti sembra invece destinata a non passare, nonostante la lettera congiunta inviata dai nostri vertici governativi al vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, responsabile per il Green Deal.
Timmermans ha risposto senza mezzi termini, chiarendo che mentre il negoziato con Berlino si muove all’interno dell’intesa già raggiunta sullo stop a benzina e diesel, sui biocarburanti la partita è chiusa: l’esecutivo UE non intende riaprire l’intero accordo.
La missiva puntava il dito contro lo squilibrio a favore dell’elettrico come soluzione green per la mobilità a zero emissioni e la conseguente mancanza di neutralità tecnologica per la transizione. In particolare, si critica l’interpretazione restrittiva del concetto di “carburanti neutri“, con l’esclusione dei biocarburanti.
La battaglia italiana è più ampia, in realtà, essendo il nostro Governo impegnato – in un braccio di ferro con la UE – che ci vede affiancati da Polonia, Repubblica e ceca e Bulgaria – contro i nuovi standard previsti dal 2025 dalla norma Euro7. Si tratta di un’altro fronte caldissimo, che vede l’intera filiera automobilistica sul piede di guerra per i maggiori costi da sostenere (a monte e a valle), per l’adeguamento dei veicoli ai nuovi requisiti europei relativi alle emissioni.
Tornando alla roadmap verso il 2035, l’Italia reputa l’accordo con Berlino svantaggioso perché non tiene conto dei biocombustibili e promette battaglia sul fronte UE. Dunque, occhi puntati sulla de giorni in corso del Consiglio Europeo, che vede Giorgia Meloni pronta ad affrontare molteplici sfide aperte. soste