Acquistare follower: 3 motivi per cui non conviene

di Laura Caracciolo

Pubblicato 22 Marzo 2023
Aggiornato 11 Dicembre 2023 20:18

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Acquistare follower è controproducente per i profili social aziendali: i 3 motivi per non farlo e le 3 strategie che funzionano davvero

Acquistare follower sui social media è purtroppo una pratica comune, e non solo per gli utenti che vogliono aumentare la propria popolarità sulle piattaforme, aspirando magari a diventare influencer. Sfortunatamente, anche brand, aziende e professionisti, talvolta ricorrono a questo escamotage.

Tuttavia, questa pratica è estremamente scorretta e controproducente per diverse ragioni. Innanzitutto, va contro le politiche della piattaforma, che vietano esplicitamente l’acquisto di seguaci artificiali. E poi i seguaci acquistabili sono generalmente degli account falsi che non interagiscono con il profilo e non apportano alcun valore aggiunto al profilo, anzi: in molti casi ne compromettono il valore e la credibilità.

Invece di cedere alla tentazione di acquistare follower, meglio concentrarsi su strategie di crescita organica e creazione di contenuti di qualità che attirino follower reali e interessati al brand o all’attività.

Ma scendiamo più nel dettaglio e cerchiamo di capire meglio perché comprare follower per i propri profili social media professionali è rappresenta un grave errore.

Comprare followers è un errore: ecco perché

Nonostante sia una tentazione comune, è importante capire le ragioni profonde per cui questa pratica è pericolosa e controproducente per i nostri profili. Le ragioni che ho individuato sono essenzialmente tre.

  1. Innanzitutto, le cosiddette Vanity Metrics non sono efficaci per misurare le performance dei contenuti condivisi (e del profilo aziendale in generale). Molti utenti acquistano follower per aumentare il loro numero di seguaci, ma questo non significa necessariamente che i contenuti condivisi stiano ottenendo successo. Vanity Metrics come il numero di follower, ma anche la quantità di Mi piace ad un contenuto, non forniscono informazioni sulle performance dei contenuti e sull’efficacia del piano strategico.
  2. E’ poi risaputo che engagement e interazioni sono più importanti della quantità di follower, ma acquistare follower non significa automaticamente aumentare l’engagement e le interazioni con il proprio pubblico. Dunque, meglio concentrarsi su questi due parametri per costruire una relazione con il proprio pubblico e aumentare di conseguenza la visibilità del proprio contenuto.
  3. Infine, l’acquisto di follower non fa diventare automaticamente un profilo social una presenza autorevole sul web. Avere un gran numero di follower non significa automaticamente essere considerati un’autorità nel proprio settore.

Insomma, l’acquisto di follower non aiuta a costruire una reputazione online solida e autorevole online. È invece importante lavorare per costruirla attraverso contenuti di qualità e interazioni con un pubblico reale.

Come aumentare la fanbase organica sui Social Media

È vero, aumentare la fanbase in maniera organica è un processo che richiede tempo e costanza, ma che alla fine paga sempre. Per raggiungere questo obiettivo è importante seguire alcune linee guida fondamentali.

  1. Prima di tutto, è necessario creare contenuti di valore per il proprio target. Questo significa capire i reali interessi delle persone a cui ci si rivolge e creare contenuti che rispondano a questi interessi.
  2. In secondo luogo, è importante fissare obiettivi misurabili. Ad esempio, si può puntare a raggiungere un determinato numero di follower o aumentare l’engagement sui propri post.
  3. Infine, è fondamentale costruire un piano editoriale che sia umano e che racconti la propria attività. Questo significa raccontare la propria storia, le proprie passioni e i propri valori, in modo da creare un legame autentico con il proprio pubblico.

In conclusione, l’acquisto di follower non porta alcun beneficio al proprio business, né tantomeno ai profili aziendali o professionali. Importantissimo, invece, cercare di concentrarsi sulla qualità di contenuti e post condivisi, oltre che sull’engagement con la propria audience.


di Laura Caracciolo, Social media manager, AU di Emera