Nel novero delle opzioni alternative su cui possono puntare gli investitori oggi molto attratti da titoli di Stato – obbligazioni emesse dai Governi per finanziare il proprio Paese e le sue attività istituzionali (obbligazioni sovrane) – in Italia non ci sono solo i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) attraverso il Dipartimento del Tesoro ma anche BOT, BTP€, CTZ e CCTeu, emessi per ottenere liquidità e far fronte al debito pubblico o finanziare spese previste.
Meno popolari ed utilizzati dei BTP, tra le proposte di investimento alternativo nell’ambito delle obbligazioni italiane si sono anche i CCT, oggi sostituiti dai CCTeu.
Cosa sono i CCT
In origine erano i Certificati di Credito del Tesoro, ossia titoli obbligazionari emessi dal dipartimento del Tesoro del ministero dell’Economia e delle Finanze per consolidare a medio e a lungo termine la propria esposizione debitoria o per rispondere a differenti esigenze dello Stato, per le quali si renda necessario il ricorso al mercato finanziario. Dall’emissione del marzo 1991 la durata dei CCT è pari a 7 anni; in passato vi sono state emissioni caratterizzate da scadenze molto diversificate, con periodi che andavano dai 2 ai 10 anni.
I CCT presentano un rendimento a tasso variabile, ovvero pagano, mediante lo stacco di cedole, un interesse variabile semestralmente. Le cedole (posticipate) sono infatti indicizzate al tasso dei BOT semestrali, cioè sono pari al rendimento dei BOT più un margine, detto spread predeterminato.
Nel 2010 i CCT sono stati modificati e sostituiti dai CCteu. Il MEF ha annunciato che il CCTeu sostituirà i vecchi CCT, man mano che questi ultimi verranno a scadenza. Così è stato stabilito che in una prima fase, il nuovo titolo sarebbe stato offerto tramite sindacati di collocamento, con l’obiettivo di giungere a un regime di emissioni regolari nelle aste di fine mese.
Cosa sono i CCTeu
I CCTeu, Certificati di Credito del Tesoro indicizzati all’Euribor, sono titoli a tasso variabile con durata compresa tra i 3 e i 7 anni. Del tutto simili ai vecchi CCT, da questi differiscono solo per quanto riguarda il parametro e le modalità di indicizzazione. Le cedole semestrali dei vecchi CCT sono legate al rendimento dei BOT a 6 mesi dell’asta immediatamente precedente lo stacco cedola.
I CCTeu sono caratterizzati dal pagamento di cedole semestrali indicizzate al tasso Euribor a 6 mesi, maggiorato di uno spread.
Come spiega il MEF, il meccanismo di definizione della cedola è il seguente: si calcola il tasso annuo lordo sommando algebricamente al tasso Euribor 6 mesi (arrotondato al 3° decimale) rilevato il secondo giorno lavorativo antecedente il primo giorno di godimento della cedola (sulla base della pubblicazione effettuata sulla pagina del circuito Reuters Euribor01, alle ore 15.00 a.m. Cet ovvero altra forma di equipollente ufficialità qualora quest’ultima risulti indisponibile.
Ove anche quest’ultima non fosse disponibile verrà considerato il tasso Euribor 6 mesi del primo giorno lavorativo per cui è disponibile andando a ritroso) un margine – o spread – che viene definito al momento di emissione del nuovo titolo (e tenuto costante per il resto della vita del titolo stesso).
Inoltre, il tasso cedolare semestrale viene calcolato a partire dal tasso annuo lordo tenendo conto del numero di giorni effettivi del semestre di riferimento su 360 (convenzione act/360). La cedola quindi è il prodotto tra il tasso cedolare semestrale ed il valore nominale del bond arrotondato al centesimo di euro. Per quanto riguarda l’effettivo pagamento degli interessi rimane uno scostamento temporale di sei mesi tra la definizione della cedola ed il relativo pagamento.
Le caratteristiche
Essendo titoli a tasso variabile, i CCteu garantiscono una remunerazione sempre in linea con i rendimenti di mercato. Inoltre, grazie alla loro indicizzazione al tasso Euribor, offrono una efficace opportunità di protezione per gli investitori, istituzionali e retail, le cui passività siano correlate all’andamento dell’Euribor.
Analogamente agli altri Titoli di Stato, i Ccteu sono trattati regolarmente sul Mercato Telematico delle Obbligazioni e dei Titoli di Stato (MOT) per tagli di piccolo importo (lotti da 1.000 euro o multipli) e sul mercato telematico a pronti dei Titoli di Stato (Mts). Inoltre, il titolo può essere scambiato su tutte le altre piattaforme elettroniche non regolamentate o sui mercati Otc (over the counter).
Perchè investire in CCTeu
Chi decide di investire in CCTeu ha a disposizione uno strumento più trasparente con un’indicizzazione prevedibile e puntuale, considerando che il parametro di riferimento, l’Euribor, ha una quotazione giornaliera.
L’Euribor è un termine familiare a molti considerando che viene usato come parametro per i mutui a tasso variabile. Investendo in CCteu ci si protegge dal rischio di una salita dei tassi. Cosa significa? Se l’Euribor sale, la rata del mutuo cresce sì ma allo stesso tempo anche le cedole che vengono incassate sui titoli di stato.
BOT, BTP e CCTeu a confronto
Il vantaggio principale dei CCTeu rispetto ad altri titoli di stato, come ad esempio i BOT è che i risparmiatori non devono reinvestire ogni volta il capitale investito alla scadenza del BOT, ma possono ottenere rendimenti in base all’andamento dei tassi di interesse di mercato.
Se guardiamo invece ad un BTP, questo è un titolo di Stato a tasso fisso il che significa che quando i tassi di mercato salgono, il prezzo dei titoli a tasso fisso scende e viceversa in caso di discesa dei tassi. I titoli a tasso variabile, come CCT prima e CCTeu dopo, risentono molto meno dell’andamento dei tassi di mercato. In condizioni normali, il loro prezzo difatti non subisce rilevanti oscillazioni quando i tassi di mercato si muovono al rialzo o al ribasso.
In ogni caso quando si tratta di investimenti la regola aurea da seguire sempre è diversificazione e i titoli a tasso variabile sono uno strumento molto utile proprio per diversificare un portafoglio obbligazionario.