Ammontano a circa 11mila le domande di finanziamento per attuare i progetti del PNRR attualmente inevase e in fase di stallo, soprattutto a causa di lungaggini burocratiche e delle complesse procedure di attivazione, ma anche dal mancato pagamento degli stati di avanzamento dei lavori che conducono inevitabilmente alla sospensione da parte delle imprese.
A lanciare l’allarme è l’ANCI nel corso dell’audizione alla Commissione Bilancio del Senato nell’ambito dell’esame del decreto conversione del Dl per l’attuazione del PNRR e del PNC ( Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR), a pochi giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DL 13/2023 che introduce nuove disposizioni per l’attuazione del Piano.
Come sottolineato da Alessandro Canelli, delegato alla Finanza locale, presidente IFEL e sindaco di Novara, la misura proposta relativa alla riduzione dei tempi da 30 a 15 giorni per i poteri sostitutivi in caso di inerzia o ritardo nell’avvio di un intervento, ad esempio, non si tiene conto della tempistica e dei ritardi che si possono accumulare e che si sono già accumulati su ogni singola misura da parte del Ministeri e soggetti terzi. Al contrario, attuare alcune deroghe per i soggetti attuatori consentirebbe una accelerazione delle attività.
Secondo Canelli, inoltre, andrebbe estesa a tutti i tipi di investimento e non solo al settore Istruzione la norma inserita nel decreto PNRR che consente di alzare il limite dei costi di progettazione a 215mila euro dai 139 mila euro precedenti.
A favorire la ripresa dei progetti, infine, potrebbe essere anche la stabilizzazione del personale assunto a termine dai Comuni per realizzazione degli investimenti del Recovery Plan.