Conto alla rovescia per la riforma fiscale, il Governo conferma l’obiettivo di approvarne il disegno di legge entro le prossime settimane. L’indicazione arriva dal Viceministro all’Economia Maurizio Leo: «riusciremo entro metà marzo a portarla in Consiglio dei ministri, poi ci saranno i tempi parlamentari».
Leo conferma anche le anticipazioni già fornite in precedenza, integrandole con nuovi dettagli.
Accorpamento aliquote IRPEF
Leo conferma alcune delle anticipazioni già fornite in precedenza, integrandole con nuovi dettagli: l’obiettivo da raggiungere entro fine legislatura è quello di ridurre il numero di scaglioni e aliquote IRPEF portandole da quattro a tre. Tra le varie proposte c’è quella di accorpare il secondo e terzo scaglione individuando un’aliquota unica rispetto alle attuali, oggi rispettivamente al 23% (per i redditi da 15mila a 20mila euro) e 35% (per i redditi da 28mila a 50mila euro).
Tuttavia, non ci sono ancora conferme su quest’ultimo punto, né tantomeno sulla eventuale aliquota da eliminare oppure di convergenza tra quelle che potrebbero essere accorpate. Ancor meno ci sono dettagli ufficiali sulle tempistiche di attuazione, visto che la revisione IRPEF fa parte di una riforma del Fisco più ampia e che l’obiettivo di rimodulare l’imposta sul reddito delle persone fisiche non è necessariamente di breve periodo ma si colloca nel perimetro dell’intera legislatura.
Le altre misure allo studio
Un’altra misura attesa è la revisione delle detrazioni e deduzioni fiscali, prevedibilmente coordinata con la revisione delle aliquote IRPEF. In generale, Leo annuncia che sarà una riforma onnicomprensiva, che intende agire su IRPEF, IRES, IVA e tributi minori, molti dei quali saranno probabilmente anche accorpati o eliminati.
Fra le priorità c’è la riduzione del tax gap (in pratica dell’evasione e dell’elusione fiscale), che il Governo intende attuare «in una logica di collaborazione Fisco-contribuente», quindi continuando nel percorso di compliance intrapreso negli ultimi anni.
Per le imprese Leo parla di incentivi alle aziende che assumono e che investono in nuove tecnologie o in ricerca e sviluppo. Ad esempio, riducendo l’IRES «laddove l’impresa assuma coloro i quali hanno percepito il reddito di cittadinanza, gli ultracinquantenni, le donne. Oppure qualora si facciano investimenti più innovativi come il 4.0, il patent box, la ricerca e sviluppo».
Tempi di approvazione
Quella attesa in Consiglio dei Ministri entro metà marzo ai fini dell’attuazione della riforma fiscale è una legge delega: significa che il Governo approverà un disegno di legge con i criteri generali a cui dovranno poi uniformarsi i decreti legislativi attuativi del Governo. Il ddl delega va approvato dal Parlamento che, con il via libera in CdM, delega il Governo a emanare entro determinate tempistiche i relativi decreti legislativi attuativi (in genere, 24 mesi). I decreti attuativi sono approvati dal Governo e devono poi passare alle Camere, ma solo per un semplice parere (che l’esecutivo può recepire o meno).