Tra lo stop di Governo alla cessione dei crediti anche per il classico Ecobonus per caldaie e pompe di calore e il paventato stop UE al gas e ai combustibili fossili dal 2024 per gli impianti di riscaldamento, c’è poco da stare allegri.
Imprese e famiglie si ritrovano con la necessità di accelerare sui lavori da un lato ma dall’altro ci sono un terzo dei cantieri rimasti fermi per la “brutta sorpresa” del 16 febbraio, a causa della quale moltissimi interventi già prenotati e pagati in acconto adesso non possono più essere realizzati con lo sconto in fattura.
Il Governo sta lavorando per sbloccare in parte questa situazione. Si parla di una misura salva-caldaie da inserire come emendamento alla legge di conversione del Decreto Cessioni, attualmente in Commissione alla Camera ed oggetto di audizioni parlamentari da parte di associazioni di categoria e altre parti in causa.
Bonus Caldaia 2023
Dal 17 febbraio 2023, per la sostituzione della caldaia (con un impianto a pompa di calore per la sola acqua calda sanitaria o anche per il riscaldamento) è perseguibile la sola opzione di detrazione IRPEF pluriennali (10 quote di pari importo) in dichiarazione dei redditi della spesa sostenuta, questa volta in via diretta:
- nella misura del 50% qualora i lavori rientrassero nel Bonus Ristrutturazioni (manutenzione ordinaria), per un importo massimo di 30.000 euro e la sostituzione della vecchia caldaia con un nuovo impianto di classe A;
- nella misura del 65% nel caso in cui rientrasse nell’Ecobonus, con agevolazione al 65% e limite massimo di spesa di 96mila euro, per la sostituzione della caldaia con una di classe A e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione di classe V, VI o VII per il controllo della temperatura dell’acqua, in pratica con apparecchi dotati di pompa di calore integrata con una caldaia a condensazione;
- nella misura del 90% se rientra nei lavori trainanti del Superbonus, con asseveraziona del professionista abilitato, certificazione del produttore della caldaia e delle valvole termostatiche sulle caratteristiche di efficienza, fatture di pagamento con metodi tracciabili e comunicazione all’ENEA.
Con lo stop alle cessioni del bonus edilizi, la strada più semplice da seguire è la prima o la seconda, che comportano una spesa più limitata e pertanto direttamente sostenibile dal beneficiario, con un ritorno alla classica procedura di acquisto senza sconto in fattura e poi con pratica all’ENEA e applicazione del bonus nel 730.