Quando una persona cara viene a mancare si aprono diversi percorsi burocratici, uno dei quali è rappresentato dalla dichiarazione di successione con il pagamento della relativa imposta. Anche in caso di donazione sono previsti adempimenti e tasse.
Vediamo di seguito le differenze tra le due procedure e sull’imposizione fiscale.
A cosa serve la pratica di successione?
La pratica di successione è necessaria per trasferire i beni del defunto agli eredi e, contestualmente, informare l’Agenzia delle Entrate circa la composizione del patrimonio del defunto.
Cos’è l’imposta di successione?
L’imposta di successione è la tassa che, se dovuta, devono pagare le persone che ricevono in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari. Il versamento fa seguito all’obbligo di presentare la dichiarazione di successione.
Chi deve aprire la successione?
Ad avere l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione sono, ai sensi dell’articolo 28, comma 2, del TUS:
– gli eredi, i chiamati all’eredità e i legatari (purché non vi abbiano espressamente rinunciato o – non essendo nel possesso dei beni ereditari – chiedono la nomina di un curatore dell’eredità, prima del termine previsto per la presentazione della dichiarazione di successione) o i loro rappresentanti legali
– i rappresentanti legali degli eredi o dei legatari
– gli immessi nel possesso dei beni, in caso di assenza del defunto o di dichiarazione di morte presunta
– gli amministratori dell’eredità
– i curatori delle eredità giacenti
– gli esecutori testamentari
– i trustee.
Quando è necessario fare la successione?
La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura della successione (questa generalmente coincide con la data del decesso del contribuente), una sola volta. Questo significa che se più persone sono obbligate alla presentazione della dichiarazione è sufficiente presentarne una sola.
Come si presenta la dichiarazione di successione?
Il contribuente può presentare la dichiarazione di successione direttamente, tramite i servizi telematici, autenticandosi con credenziali SPID, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). Le Entrate mettono a disposizione un software di compilazione – Dichiarazione di successione e domanda di volture catastali, che consente di compilare il file, allegare i documenti, salvare, accedere ai servizi telematici ed inviare.
In alternativa è possibile presentare la dichiarazione di successione avvalendosi dei servizi offerti dagli intermediari abilitati, come i CAF, o ancora recandosi presso l’ufficio competente dell’Agenzia delle Entrate.
Cosa succede se non si fa la successione?
Se non si presenta la dichiarazione e non si paga la tassa sulla successione entro un anno dalla data di morte del defunto, il contribuente sarà soggetto a una sanzione amministrativa che va dal 120% al 240% dell’imposta dovuta.
Chi riceve una donazione deve pagare le tasse?
Sì: l’imposta di donazione è la tassa che deve essere pagata dai beneficiari di una donazione. Ricordiamo che, per essere valido, l’atto di donazione deve essere redatto da un notaio, che provvede anche alla registrazione e al versamento delle relative imposte.
Quando la donazione non si paga?
Sono esenti dall’imposta di donazione i trasferimenti in favore di alcuni soggetti (articolo 3, comma 1 del TUS) come Stato, Regioni, Province e Comuni; Enti pubblici, fondazioni o associazioni legalmente riconosciute che abbiano come scopo esclusivo assistenza, studio, ricerca scientifica, altre finalità di pubblica utilità; Onlus e fondazioni bancarie.
Quanto si pagano le successioni e le donazioni?
Le imposte di successioni e donazioni cambiano a seconda del rapporto esistente tra le parti. Le aliquote e le franchigie – che rendono tassabile il trasferimento dei beni per la parte eccedente il loro valore – per l’imposta sulle successioni e donazioni sono stabilite dall’articolo 2, comma 48, del D.L. n. 262 del 2006:
– del 4%, per i trasferimenti effettuati in favore del coniuge o di parenti in linea retta (ascendenti e discendenti) da applicare sul valore complessivo netto, ma solo per la parte che supera 1 milione di euro (franchigia) per ciascun beneficiario;
– del 6%, per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle da applicare sul valore complessivo netto, che supera per ciascun beneficiario la franchigia di 100.000 euro;
– del 6%, per i trasferimenti in favore di altri parenti fino al quarto grado, degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza di alcuna franchigia;
– dell’8%, per i trasferimenti in favore di tutti gli altri soggetti da applicare sul valore complessivo netto trasferito, senza applicazione di alcuna franchigia.
Per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap grave ai sensi della Legge 104, si applica sempre la franchigia di 1,5 milioni di euro.
Alle donazioni di beni immobili o di un diritto reale immobiliare sono dovute, inoltre:
– l’imposta ipotecaria, nella misura del 2% del valore dell’immobile;
– l’imposta catastale, nella misura dell’1% del valore dell’immobile.
Quali sono le agevolazioni prima casa per successioni e donazioni?
Se il destinatario della successione o della donazione possiede i requisiti per poter richiedere le agevolazioni prima casa, le imposte ipotecaria e catastale si pagano nella misura fissa di 200 euro ciascuna (400 euro totali), indipendentemente dal valore dell’immobile. Anche l’immobile stesso deve possedere i requisiti richiesti per i benefici prima casa.
Se ci sono più eredi e più immobili, ciascuno può chiedere le agevolazioni prima casa su un’abitazione, e per ciascuno di essi l’agevolazione si applica all’intera unità immobiliare. Il ricorso all’agevolazione per la successione o la donazione prima casa non preclude la possibilità di ottenere nuovamente le agevolazioni per la prima casa in caso di acquisto futuro di un immobile.
Quali sono le scadenze per l’imposta di successione?
La tassa di successione deve essere pagata entro 60 giorni dalla data in cui è stato notificato l’avviso di liquidazione, anche optando per il pagamento rateale (per importi inferiori a 1.000 euro). Scaduto tale termine si applicano sanzioni e interessi di mora.
Chi paga la successione tra gli eredi?
A dover pagare l’imposta di successione sono tutti gli eredi, in proporzione al valore della quota ereditata. Ma attenzione: nei confronti dell’Agenzia delle Entrate tutti gli eredi sono obbligati in via solidale.
Se si eredita un immobile, prima di presentare la dichiarazione di successione occorre calcolare e versare le imposte: ipotecaria, catastale, di bollo e la tassa ipotecaria e i tributi speciali (per esempio, per le formalità ipotecarie).
Cosa si può fare per non pagare la successione?
Non è necessario presentare la dichiarazione di successione – e quindi pagare l’imposta di successione – in caso caso di rinuncia all’eredità. Sono inoltre esonerati dall’obbligo di dichiarazione di successione i casi in cui si verificano tutte le seguenti condizioni:
– l’eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto;
– ha un valore non superiore a 100.000 euro;
– non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari.