Sulla piattaforma Ecobonus per gli eco-incentivi statali auto e moto 2023, la situazione sui contributi ancora disponibili conferma al momento l’esaurimento per le auto M1 a benzina e diesel (motori termici, GPL e metano) con emissione tra 61 – 135, ma potrebbero essere rifinanziati con nuove risorse dal PNRR. Lo ha spiegato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parlando di “risorse aggiuntive per il piano di incentivi automotive”.
Inoltre, è in arrivo il decreto attuativo per l’avvio del bonus per l’installazione di colonnine di ricarica elettrica dei veicoli.
Ecoincentivi 2023: a che punto siamo
Al momento, gli eco-incentivi per le auto elettriche e ibride plug-in destinate ai privati sono ancora tutti disponibili in piattaforma. Hanno registrato un discreto successo gli incentivi destinati alle persone giuridiche per le attività di car sharing e autonoleggio, che però sono ancora disponibili. Agli sgoccioli, invece, gli incentivi moto green. Usauriti i fondi per auto benzina e diesel.
Eco incentivi auto extra
Gli eco-incentivi auto green 2023 prevedono un aumento del 50% dei contributi statali se il contribuente ha un reddito entro i 30mila euro arrivando a:
- fino a 7.500 euro di contributi con rottamazione (6.000 euro senza rottamazione) per nuovi veicoli di categoria M1 almeno Euro 6, con emissioni in fascia 0-20 g/km CO2 (elettrico) e prezzo di listino inferiore a 35.000 euro IVA esclusa;
- fino a 6.000 euro di contributi con rottamazione (4.500 euro senza rottamazione) per veicoli nuovi M1 almeno Euro 6, in fascia 21-60 g/km CO2 e prezzo di listino fino a 45.000 euro IVA esclusa.
Eco incentivi per Auto Elettriche
Chi acquista una vettura 100% elettrica (nella fascia di emissioni di CO2 compresa fra 0 e 20 g/km), senza rottamazione auto, ha diritto a un bonus di 3.000 euro. Con rottamazione di un’auto in classe ambientale compresa tra Euro 0 ed Euro 4 lo sconto sale a 5.000 euro.
Complice il caro vita e soprattutto il caro energia, però, i privati restano scettici rispettano alla mobilità elettrica, nonostante le regole UE prevedano uno stop alla vendita di nuove auto a diesel e benzina dal 2035. Lo sconto, lo ricordiamo, può arrivare fino a 5mila euro con rottamazione per un’auto elettrica e a 4mila euro per un’ibrida plug-in.
A scoraggiare i nuovi acquisti di vetture elettriche sono anche gli elevati costi di gestione. Non solo quelli di rifornimento ma anche quelli di manutenzione, con Federcarrozzieri che segnala un +46% per riparare una vettura elettrica di nuova generazione rispetto ad una auto a benzina.
C’è anche un problema di squilibrio dei servizi.
Bonus Colonnine di ricarica
In arivo il decreto attuativo che sblocca il bonus colonnine elettriche per il biennio 2023-2024. L’incentivo copre l’80% della spesa per l’installazione delle colonnine, con un tetto massimo di:
- 1500 € per le persone fisiche,
- 8000 € per gli edifici condominiali.
Inoltre, il PNRR prevede l’installazione di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada e 13.755 nei centri urbani entro il 2025, stanziando a tale scopo 750 milioni di euro.
Le 19.334 colonnine di ricarica censite a fine 2022 in tutta Italia sono distribuite in modo disomogeneo, passando dalla media di 215 punti di ricarica ogni 100mila veicoli circolanti (dati ACI) in Valle d’Aosta contro le 33 della Campania. Ovviamente si tratta di numeri relativi e non assoluti, con la Valle d’Aosta terzultima regione per numero di prese installate ma anche la meno popolosa (per fare lo stesso esempio).
Il maggior numero di punti di ricarica è in Lombardia (5.971), sul podio assieme a Piemonte (3.848) e Veneto (3.840). Lungo le autostrade i punti di ricarica sono 496 (l’1,3% del totale).