Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha illustrato le linee programmatiche della riforma del Fisco di prossima emanazione, facendo anche un bilancio dei primi 100 giorni di governo.
Intervistata dal Sole24Ore, ha anticipato le misure volte a concretizzare le priorità del suo esecutivo, a partire dal strategie e soluzioni concrete per la tenuta dei conti pubblici (mettendo al riparo il debito pubblico da “nuovi shock finanziari”).
E poi la riforma anti-burocrazia e la nuova IRPEF che avvicini la tassazione del lavoro dipendente a quello autonomo a partita IVA, ma anche meno tasse in busta paga e taglio del cuneo fiscale sul reddito da lavoro, a tendere anche per le aziende: l’obiettivo è di proseguire nella direzione di tagli consistenti.
Spazio anche a strumenti sostitutivi del Reddito di Cittadinanza per il sostegno alle persone anziane e in povertà. Ricordiamo a tal proposito che è in programma anche una legge delega in materia di politiche per le persone anziane, in attuazione della Missione 5 del PNRR, il cui schema è stato approvato a gennaio, prevendendo un Assegno Unico per anziani non autosufficienti.
Tra tutte, quelle più imminenti riguardano la riforma fiscale, attesa entro marzo. Come già noto, è in arrivo una legge delega che toccherà tutti i settori della fiscalità e che si pone l’obiettivo di mettere al centro anche i dipendenti e i pensionati, con misure ad hoc. Per la Premier, inoltre, occorre rivoluzionare il rapporto tra Fisco e contribuente e fare in modo che l’evasione si combatta prima ancora che si realizzi:
Punteremo di più sugli strumenti in grado di favorire l’adempimento spontaneo.
Tradotto: si continua sulla strada della compliance ma probabilmente anche delle definizioni agevolate, nonché della tregua fiscale sulle irregolarità tributarie prima ancora che scatti la cartella, nel tentativo di prevenirle.
E serve una riforma della burocrazia che la faccia ritornare al servizio di famiglie e imprese. Spazio dunque anche alle misure per le PMI, dopo il flop della composizione negoziata della crisi d’impresa. Per le piccole e medie imprese, Meloni ha annunciato l’istituzione di un concordato preventivo biennale: per due anni si paga il dovuto sulla base del fatturato dichiarato e se si incassa di più non si versa nulla a integrazione, ed in più non si è sottoposti a controlli.
Per le multinazionali e le grandi imprese, invece, il Governo punta a incentivare la cooperative compliance, con il confronto preventivo presso l’Agenzia delle Entrate.