CCNL commercio: tutti gli aumenti previsti

di Teresa Barone

8 Febbraio 2023 14:07

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In attesa del rinnovo dei contratti collettivi del settore commercio, ecco a quanto ammontano i primi anticipi concessi dal 2023.

Sono ripartite a gennaio le trattative per il rinnovo dei CCNL del Commercio, portate aventi dalle sigle sindacali e dalle organizzazioni datoriali. Sono contratti contratti collettivi nazionali che coinvolgono 3 milioni e mezzo di lavoratori attivi nel commercio, nel terziario e nel ramo della distribuzione, moderna organizzata, servizi e cooperativa.

Vediamo a che punto è la situazione.

Aumenti retributivi CCNL commercio

I nodi da sciogliere non mancano, soprattutto per quanto riguarda gli incrementi stipendiali ma anche il welfare, la genitorialità, l’inquadramento professionale delle nuove professionalità così come la salute e la sicurezza, la formazione, il lavoro agile e le politiche di genere.

Per quanto riguarda gli aumenti retributivi, risale allo scorso 12 dicembre l’accordo tra le parti relativo ai primi anticipi sugli adeguamenti compresa la concessione dell’indennità una tantum:

  • indennità una tantum pari a 350 euro lordi per la vacanza contrattuale riconosciuta in due tranche, rispettivamente 200 euro a gennaio e 150 euro a marzo 2023;
  • aumento delle retribuzioni da aprile 2023 pari a 30 euro mensili per la paga base.

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Incrementi salariali e costo della vita

La revisione delle retribuzioni rappresenta una priorità per milioni di lavoratrici e lavoratori: questo è quanto ha affermato il segretario generale della Fisascat Cisl Davide Guarini, anche facendo riferimento all’utilità dell’indice IPCA (Indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi dell’Unione Europea):

L’indice IPCA non può più essere ritenuto in grado di assicurare coerenza tra gli aumenti salariali e il costo della vita, che è la funzione centrale della parte economica di qualsiasi contratto nazionale.

La revisione del parametro dovrebbe inserirsi, secondo la sigla sindacale, in una strategia di più ampio respiro tesa a rinegoziare l’intero modello contrattuale e a correggerne le inefficienze, a partire dai ritardi strutturali dei rinnovi contrattuali che hanno come conseguenza un ritardo nell’applicazione degli incrementi dovuti.