Secondo un’elaborazione di PMI.it su dati Eurostat, l’Italia vanta il maggior numero di lavoratori autonomi d’Europa. Le rilevazioni si riferiscono a settembre ma sono state presentate a gennaio.
Lavoro autonomo in Europa
Il confronto con gli altri Paesi del Vecchio Continente, per numeri assoluti, ci colloca sul podio con 4.690.000 di lavoratori autonomi, ovvero il 17% di tutti i lavoratori autonomi dell’Unione Europea. Ci segue la Francia, con 3.580.000 autonomi. In termini percentuali rispetto alla forza lavoro interna siamo invece secondi solo alla Grecia, che tuttavia “vanta” numeri di gran lunga inferiori.
Al “polo opposto” troviamo Norvegia e Germania, dove evidentemente domina un modello lavorativo più stabile, segnato da una minore concentrazione di liberi professionisti.
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Lavoro autonomo in Italia
E dire che la pandemia aveva falcidiato la categoria, che nel post-Covid segnata un calo di 350mila occupati rispetto allo stesso periodo pre-pandemico, a fronte di un recupero dell’occupazione dipendente. Un trend allora fotografato dalle rilevazioni ISTAT, da cui emergeva il duro contraccolpo soprattutto per le donne (-131mila) e i giovani (-223mila nella fascia di età tra i 40 e i 49 anni).
Il 2022 ha visto poi un calo delle nuove Partite IVA (-15%) ma una tenuta generale degli autonomi, risultati in crescita rispetto all’anno prima (dati ISTAT).
Nel confronto europeo usciamo comunque “vincenti”, per quanto sia da interrogarsi sul reale significato di questo primato, che in molti casi sembra una scelta residuale per chi non riesce a collocarsi sul mercato con un contratto dipendente, come i tanti consulenti e freelance che si vedono costretti a lavorare a partita IVA con le aziende (che faticano ad assumere).